Mia cara Berenice,
a volte siamo involontari profeti. Ti parlo di Scarlett Johansson a proposito dei film di Natale e me la ritrovo sullo schermo televisivo in “Avengers: Age of Ultron” (USA, 2015). Incidentemente, nel film c’è una scena in cui Clint Barton, alias Hawkeye, l’arciere insomma, si interroga con la moglie sulla propria utilità nell’economia degli Avengers, non avendo egli uno straccio di superpotere. Nessuno, invece, si sogna di sollevare questioni simili su Natasha Romanov, alias la Vedova Nera: perché Scarlett Johansson è Scarlett Johansson.
Nonostante la sua fama fosse ben anteriore alla saga della Marvel, la biondissima attrice americana ormai è strettamente legata al personaggio della Romanov alla quale, non a caso, è stato dedicato un film apposito, “Black Widow” (USA, 2021).
Dal resto in superpoteri o abilità sovrumane la Johansson abbonda. Li acquisisce in “Ghost in the Shell” (USA-India-Hong Kong-Cina-Canada, 2017), in “Lucy” (Francia-Germania-Taiwan-Canada-Stati Uniti-Regno Unito, 2014) e in “Under the Skin” (Regno Unito-Svizzera, 2013), in cui interpreta rispettivamente un super-soldato cibernetico, un essere semidivino e un’aliena.
Io sono probabilmente l’unico ad associarla strettamente al personaggio di Silken Floss (letteralmente “filo interdentale vellutato”) dello sfortunato “The Spirit” di Frank Miller (USA, 2008). Tratto da un fumetto di Will Eisner, “The Spirit” ha un’atmosfera e una fotografia tra il pulp e il noir che richiamano immediatamente i due “Sin City”.
Silken Floss è il braccio destro del super-cattivo Octopus, interpretato da Samuel L. Jackson. La malvagità del personaggio è evidente. Silken Floss indossa un costume in pelle di chiara ispirazione nazista, carezza un gatto bianco come Ernst Stavro Blofeld e, quel che è peggio, è una dottoranda di ricerca.
L’accusa ha concluso.
Stan