Mia cara Berenice,
anche oggi, mentre uscivo dallo studio del medico condotto, ha piovuto generosamente. La scelta dell’avverbio non è casuale né ironica, una pioggia fitta ma cheta, senza un alito di vento, di quelle che i vecchi contadini chiamano benedette. Proprio a mia nonna e al suo scrutare il cielo mi ha fatto pensare un anziano in sedia a rotelle che, dal marciapiede, rideva all’acqua mentre un ragazzo, su di lui, gli sorrideva coprendolo con l’ombrello.
Mentre tornavo a casa sotto quella pioggia, impacciato dall’ombrello e dalla borsa carica di spesa e di impegnative, sotto l’azione di una strana legge di osmosi sono stato colto da una voglia irresistibile di acqua minerale: non ne compravo da anni. Fermatomi al solito minimarket, ho acquistato il canonico pacco da sei, trascinandomelo dietro insieme alla borsa e all’ombrello, lungo la via, attraverso il largo, oltre il cancelletto e il portone, giù per le scale, fino a casa dove ho dovuto disfarmi degli abiti bagnati e sgomberate uno stipetto, ormai destinato ad altri usi, per le bottiglie.
Alle leggi fisiche non si comanda.
Un saluto scientista.
Stan