Ma dove la trovano tutta quest’energia?

Mia cara Berenice,

sono certo che al segretario del Partito Comunista d’Austria non gioverà l’aver lanciato una crociata contro “le giovani aristocratiche molli e viziate che sventolano i fazzoletti all’Hofburg, mentre le loro coetanee servono ai tavoli o sgobbano sulle catene di montaggio”.

La sua accusa è peraltro totalmente, stalinisticamente infondata. Ogni volta che vedo te e le tue amiche, a Vienna, mi chiedo dove troviate tutta quest’energia tra balli, quadriglie, corse dei cavalli, eventi di beneficenza, vernissage, recital, Azioni Parallele, confezionamento di pacchi per i soldati a Tientsin, petizione alla Regia e Imperiale Maestà, partite a polo e a canasta, visite di studio in Italia e in Grecia, celebrazioni interconfessionali, seminari, défilé, esposizioni coloniali, mostre della Secessione, schizzi di foglie d’acanto, manifestazioni per il suffragio femminile e contro il suffragio femminile.

Pensavo giusto a voi ieri, quando è venuta a trovarmi in ufficio P., una cara collega dell’Ufficio del Primo Ministro attualmente distaccata all’Ufficio Legislativo del Tesoro. P. mi spiegava animatamente – sottolineo questo avverbio: animatamente – quanto sia faticoso conciliare due figli, un marito militare e il lavoro all’Ufficio Legislativo, le sveglie alle cinque del mattino, il coricarsi a mezzanotte, il cucinare la domenica per l’intera settimana: come quando, nei paesini delle Alpi, facevano in un giorno il pane per l’intero anno.

Mentre me lo spiegava, faceva a velocità vorticosa il giro degli uffici, salutava Tizio Caio Mevio e Filano, a Caia dava la ricetta della pasta al forno che prepara per i figli, a Mevia faceva leggere direttamente dal display del cellulare una bozza di documento, rispondeva al telefono, mi portava a pranzo, trovava la coda troppo lunga, mi trascinava a un altro locale e poi a un altro, mi offriva il caffè, passava all’Ufficio del Personale per ritirare degli attestati, e molto altro che certamente ho dimenticato, con lo stesso ritmo accanito con cui l’ago della macchina da cucire trapassa il tessuto.

Molto altro che certamente ho dimenticato, dicevo: perché io, a stomaco vuoto e in attesa di pranzare, riuscivo a malapena a spiaccicare parola – lei, naturalmente, non ha mangiato affatto. Così, come i pensionati seduti alla panchina del parco che rimirarono i giuochi vorticosi dei bambini, pensavo: “Ma dove la trovano tutta quest’energia?”

Un agnostico saluto.

Stan

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...