Mia cara Berenice,
giovedì il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Joseph Robinette Biden Jr., parteciperà al Consiglio Europeo, una visita virtuale in cui molti vedono la ricostituzione – o quantomeno il rilancio – della tradizionale alleanza transatlantica, peraltro con la particolarità inedita del salto della quaglia… cioè, della Gran Bretagna.
Ci sarebbe anche questo dietro alcuni aspetti dell’indecorosa campagna vaccinale europea, ad esempio la palese riluttanza della Commissione e dell’Agenzia Europea per i Medicinali a dare il via libera al vaccino russo Sputnik V – oltretutto non l’unico prodotto da Mosca. Del resto gli Stati Uniti, tornando ad assumere le tradizionali vesti dello zio d’America, avrebbero un surplus di centinaia di milioni di dosi da cedere alla Vecchia Europa. Un po’ come nel dopoguerra, quando da oltreoceano arrivavano i pacchi alimentari per far sbocciare il voto dal Fronte Popolare alla Democrazia Cristiana.
La Russia, secondo il suo stile, risponde a muso duro, alzando i toni, accusando le Autorità europee di anteporre gli interessi politici a quelli sanitari e annunciando l’avvenuta immunizzazione del Presidente Vladimir Putin.
C’è di più. Dalle pagine dell’edizione italiana dell’Huffington Post, Aldo Ferrari dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e Stefano Silvestri dell’Istituto Affari Internazionali avvertono che alla “nuova NATO” potrebbe contrapporsi un asse Mosca-Pechino.
Non si tratta di una novità assoluta. Nel 1950, Stalin e Mao firmarono il Trattato Sino-Sovietico di Amicizia, Alleanza e Mutua Assistenza. L’idillio durò poco, lo spazio di un decennio. Nel 2001 la Russia, affiancata da alcune Repubbliche ex sovietiche, e la Cina hanno firmato il Patto di Shanghai, istitutivo dell’omonima Organizzazione. Di nuovo, però, non è sembrata scoccare una vera scintilla. Del resto, Cina e Russia hanno una storia di conflitti e scontri di confine.
Anche per questo, non mi azzardo ancora a dire che stiamo facendo una repentina inversione a U verso un mondo bipolare. Occorre tener conto degli stretti e controversi legami fra Germania e Russia, dalla scarsa credibilità della Francia come attore filoatlantico, della balbettante politica estera dell’Unione Europea, degli ostacoli incontrati dalla Via della Seta cinese, dell’orgoglio nazionale russo… insomma, è complicato: come durante la Guerra Fredda, del resto.
Un saluto distensivo.
Stan