Mia cara Berenice,
quando ti svegli ogni mattina con il Demonio che ti alita sulle finestre, diventa normale acquisire un certo interesse per le previsioni meteorologiche. Gli algoritmi si adeguano e ti propongono diversi siti specializzati, spesso con titoli a caratteri di scatola che promettono clamorosi abbattimenti delle temperature, piogge temporali e grandine, la rovina di Ferragosto, etc.; aperto l’articolo, scopri che non si prevede nulla del genere, ma un costante permanere del caldo a tempo indeterminato – fossero così stabili i contratti di lavoro, la piaga del precariato sarebbe sradicata.
Click bait, esca per clic, è la locazione anglosassone che viene in considerazione. Un sottogenere del click bait è la thirst trap, la trappola per la foia, basata sugli ammiccamenti sessuali: ad esempio, al titolo “Caldo da record” viene abbinata la foto di una ragazza in bikini sdraiata in spiaggia, strategicamente inquadrata.
Del click bait imperversa anche la variante politica, ossia il promettere rivelazioni clamorose, repentini rovesciamenti di fronte, tempeste di stracci ai vertici del Governo o dei partiti. Ad esempio, “Parla la gola profonda di Palazzo Chigi – Il Governo è condannato”; aperto l’articolo, si scopre che un anonimo funzionario del Ministero dell’Agricoltura ha espresso timori su una possibile procedura d’infrazione della Commissione Europea in materia di allevamenti di conigli.
Sarebbe facile concluderne che bisognerebbe rendere il pubblico più consapevole. Viceversa, bisogna sperare che non lo diventi mai, altrimenti rischierebbe, come nella favola di Pierino e il lupo, di non credere più ad allarmi veramente fondati… e forse è in parte quanto sta succedendo con i vari negazionismi.
Un composto saluto.
Stan