Il volo Mosca-Pechino è stato annullato

Mia cara Berenice,

comprendo la preoccupazione del colonnello generale von Hazai per un asse Mosca-Pechino, anche se mi sfugge in che modo rafforzare le guarnigioni in Boemia potrebbe controbilanciarlo.

Personalmente, non sono particolarmente preoccupato, credo che questo matrimonio non si farà o, se si farà, rimarrà bianco, freddo e frigido.

Questa guerra ci ha mostrato l’importanza della storia, posto che la Russia pratica l’espansione territoriale dal tempo degli Zar, con buona pace di chi incolpa la NATO.

Ebbene, l’alleanza sino-russa fu tentata già nel secondo dopoguerra. Le condizioni, sulla carta, erano perfette: oltre alla contiguità geografica, Governi comunisti duri e puri al potere in entrambi i Paesi.

Sappiamo come è andata a finire pochi anni dopo, con la rottura violenta e polemica, il maoismo a fare da concorrente ideologico a livello mondiale al marxismo-leninismo, la visita di Nixon a Pechino del 1972.

Il fatto è che si tratta di due Paesi diversi, diversissimi.

La Russia in continua espansione territoriale, interrotta bruscamente da periodici crolli del fronte interno, dovuti all’economia asfittica e a istituzioni inefficienti.

La Cina superpotenza economica piuttosto che militare, dedita più a consolidare il suo vastissimo, complesso e popoloso impero che a espandersi.

Non è cambiata molto.

Ha un piccolo arsenale nucleare, simile a quelli europei, giusto il necessario per avere la certezza di non essere invasa.

È tornata sulla scena mondiale grazie al boom economico innescato dalle riforme del Presidente Deng.

Resta ossessionata dal controllo interno e dal consolidamento dei confini storici: da qui lo stato di polizia, l’ossessione per Taiwan, la miope repressione a Hong Kong e quella, ancora più surreale e assurda, contro milionari, VIP e influencer.

È sull’aspetto economico, tuttavia, che vorrei tornare a mettere l’accento. Secondo dati dalla sezione di ricerca della banca d’investimento Macquarie, citati da Elena Holodny su Insider, ancora nel ‘700 l’economia cinese era oltre sette volte quella della Gran Britannica, la principale Potenza economica, commerciale e marittima europea. Si noti che, in quel momento, l’Impero Cinese era già in declino, eppura ancora a inizio ‘900 superava in termini economici l’Impero Britannico ed era secondo solo agli Stati Uniti. Il crollo si è arrestato nel secondo dopoguerra, fino all’impennata attuale. Secondo Fortune, la Cina supererà anche gli USA, diventando la prima economia mondiale, entro il 2030.

Insomma, una nazione di bottegai, direbbe Napoleone.

E cos’ha in comune una nazione di bottegai con la Russia? Gli Stati Uniti e l’Europa avranno sempre di più da offrire, in termini commerciali e finanziari. Mi spingo a dire che, se non fosse per l’accidente storico di Taiwan, ci sarebbe lo spazio per una Cordiale Intesa… e forse c’è ancora.

Uno speranzoso saluto.

Stan

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