Mia cara Berenice,
passata abbondantemente l’una, il ministeriale si stiracchia e comincia a ponderare il problema del pranzo. È agosto inoltrato e la mensa interna è chiusa; poco male, si fanno due passi per Trastevere.
A Piazza San Cosimato, la strada del ministeriale si biforca. A destra il menù ordinario, al ristorante siciliano che, per dieci euro, ti serve primo, secondo, contorno e acqua. A sinistra il menù dietetico, al take away che, per cinque euro, ti incarta un primo o secondo con contorno, patate al forno degne della nonna.
Menù dietetico. Il ministeriale entra, congratulandosi con se stesso per la sua morigeratezza. Come sempre si propone di ordinare un primo, come sempre ordina un secondo con patate arrosto. Il titolare lo saluta familiarmente e si informa della sua salute. Mentre viene servito dalla banconiera, alle sue spalle entrano due turiste, altissime e biondissime.
“English?” Le accoglie il titolare.
“Yes!”
L’uscita del take away dà su un altro ristorante, i tavolini all’aperto sono affollati di turisti, una mangia una cacio e pepe servita all’interno di una crosta ricurva di formaggio gratinato.
“C’è la vecchia che ha sul banco / Foto di Papa Giovanni / Lei sta qui da quarant’anni o forse più / E i suoi occhi han visto re / Scannati ricchi ed impiegati / Capelloni, ladri, artisti e figli di”.
Uno zufolato saluto.
Stan
Rifuggire dai ristoranti che servono, secondo loro “impattano” il cacio e pepe nella crosta di ddiosacccche.
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