Singhiozzo

Mia cara Berenice,

oggi sono tornato, per la seconda volta questa settimana, in ufficio al Ministero.

Inizialmente prevedevo di rientrare dalle ferie lunedì 3, ma ho trovato un treno fortemente scontato per quel giorno, quindi ho posticipato il rientro a martedì 4.

Martedì sono appunto tornato in ufficio, ma proprio quel giorno mi è stato fissato l’appuntamento per la terza dose del vaccino mercoledì 5, allo Spallanzani.

Quindi, mercoledì ho dovuto prendere un permesso.

Giovedì era l’Epifania.

Oggi, eccomi di nuovo in ufficio. Se avessi voluto, avrei potuto lavorare da casa, in quanto la Direzione Generale ha deciso di ripristinare due giorni di lavoro agile la settimana e l’Ufficio Affari Generali, in considerazione anche del mio rientro dal Veneto, mi aveva offerto di fruirne anticipatamente rispetto alla regolare istanza.

Il Ministero ha così di poco anticipato la circolare dei Ministri della Funzione Pubblica e del Lavoro con cui si invitano i datori di lavoro pubblici e privati ad applicare con la massima liberalità le norme sul lavoro agile, vista l’ondata pandemica invernale.

Inoltre, l’apposita Commissione Interministeriale non ha ancora avviato le pratiche che mi porteranno a transitare nei ruoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Infine, stamattina mi è andato di traverso uno schizzo di saliva, condannandomi a un attacco di tosse stizzosa che, fortunatamente, è passato del tutto inosservato nel Ministero semivuoto.

Un caracollante saluto.

Stan

Il lento decollo dello Sputnik

Mia cara Berenice,

tu hai passato l’infanzia a giocare a bridge e a badminton, io a Tetris.

Ogni volta che superavi un livello, sullo schermo compariva un razzo che, con lentezza stentata da declino post-sovietico, si librava nell’aire. Non a caso, quando si superava l’ultimo livello (nove con handicap cinque), il razzo veniva rottamato e sostituito dall’imperialista shuttle yankee.

Anche lo Sputnik V, nonostante i dati incoraggianti pervenuti, da ultimo, dalla Repubblica di San Marino, stenta a decollare. L’Agenzia Europea del Farmaco non lo approva, i russi lo snobbano nonostante la nuova ondata di casi. Difficile biasimarli, il loro Governo mente sistematicamente dai tempi dello Zar. Non credo, del resto, che un uomo di polso come il Presidente Putin abbia problemi a introdurre un obbligo vaccinale, già parzialmente vigente.

D’altronde, i viaggi interstellari possono essere oltremodo lunghi, come ci ha insegnato la leggiadra Jennifer Lawrence in “Passengers” (USA-Australia, 2016).

Un siderale saluto.

Stan

Origini della supercattiva AstraZeneca

Mia cara Berenice,

un tempo, AstraZeneca era un vaccino impeccabile e anzi sensuale, con un dottorato in Psicologia Clinica.

Poi, nel manicomio giudiziario di Arkham, venne somministrato al Joker, che ne corruppe la miscela con dell’acido industriale.

AstraZeneca divenne così un braccio destro eccentrico ma efficiente, dall’eccezionale agilità e capacità combattiva, soprattutto nel corpo a corpo. Divenne famosa uscendo da una torta a un gala della Polizia di Gotham e, da allora, si scontrò più volte con Batman.

Arrestata da quest’ultimo e consegnata alle Autorità, venne forzosamente reclutata dal Governo nella Squadra Suicida e giocò un ruolo chiave nella sconfitta dell’Incantatrice.

Nel frattempo si compiva, lentamente e laboriosamente, il suo percorso personale e professionale di emancipazione dal Joker.

La prima, temporanea rottura fra i due portò al duraturo sodalizio di AstraZeneca con Poison Ivy; la seconda e definitiva liberò Gotham da Black Mask e lasciò in eredità le Birds of Pray, una banda di supereroine composta da Renee Montoya, la Cacciatrice e Black Canary. Proprio l’ispettrice Montoya, peraltro, in precedenza aveva arrestato AstraZeneca e Poison Ivy.

Che ne sarà ora di questa ambigua antieroina dal fascino sensuale e perverso? Solo l’OMS, l’Agenzia Europea del Farmaco e l’AIFA possono saperlo.

Alle prossime puntate.

Stan

Operazione Eos

Mia cara Berenice,

su richiesta del Commissario Straordinario per l’Emergenza Covid-19, il Comando di Vertice Interforze della Difesa ha dato il via all’Operazione Eos (“Alba” in greco antico) per la distribuzione dei vaccini contro il virus.

Il trasporto avverrà per via aerea e terrestre, ma la prima immagine dell’Operazione sono stati i furgoni partiti dal Belgio carichi di dosi Pfizer e scortati dall’Arma dei Carabinieri, che li ha presi in consegna sulle Alpi innevate.

Senza alcun dubbio, uno scenario profondamente cinematografico. Dopotutto, anche nel film “Contagion” di Steven Soderbergh (USA, 2011), un’epidemiologa dell’OMS, interpretata da Marion Cotillard, viene rapita per chiedere come riscatto il vaccino.

Non suonerebbe insolito, a uno sceneggiatore italiano, vedersi commissionare un film per la TV in cui il furgone con i vaccini viene preso d’assalto ed eroicamente difeso, fra cumuli di neve, da una pattuglia di carabinieri; magari disillusi reduci del Corpo Forestale dello Stato, incorporato dall’Arma nel 2016.

Quest’ultima, del resto, è un vero e proprio pezzo della cultura italiana, e le occasioni in cui è comparsa sul grande e piccolo schermo innumerevoli.

Limitandoci a un contesto d’azione e volendo spaziare fra il ricercato e il trash – categorie che peraltro spesso si sovrappongono -, a me vengono in mente almeno due esempi.

Il primo è “Alex l’ariete” (Italia, 2000), con Alberto Tomba e Michelle Hunziker.

Il secondo è “La fine del mondo”, sesto e ultimo episodio della sesta stagione de “L’ispettore Coliandro”, la fortunata serie con Giampaolo Morelli, affiancato per l’occasione da Lorena Cacciatore. Menzione speciale per l’ambientazione nelle Valli di Comacchio.

Un fedelissimo saluto.

Stan

Decoventrizzare

Mia cara Berenice,

durante il Blitz, la campagna aerea della Luftwaffe contro le Isole Britanniche durante la battaglia d’Inghilterra, la città di Coventry subì uno dei bombardamenti più devastanti, tanto da essere praticamente obliterata.

La propaganda fascista, a cui l’Inghilterra era usa ispirare neologismi, coniò per l’occasione il termine “coventrizzare”, sinonimo di distruggere, annientare.

Oggi, al Policlinico Universitario di Coventry, la 91enne Margaret Keenan è diventata la prima persona in Occidente a cui è stato iniettato il vaccino contro il covid-19: una data che, non a caso, il Ministro della Salute britannico ha ribattezzato “V-day”, da “Victory in Europe Day”, la festa della vittoria nel teatro europeo della Seconda Guerra Mondiale, celebrata nel Regno Unito l’8 maggio.

Insomma, i nazisti hanno perso la guerra, tranne che nelle serie di Netflix. Coventry non solo è stata ricostruita, ma dispone di un policlinico universitario. Abbiamo il vaccino contro il covid-19 e lo stiamo usando.

Per utilizzare un orrendo neologismo da brain storming milanese, stiamo decoventrizzando.

See you ASAP.

Stan

Chi se fa pecorone

Mia cara Berenice,

Roma è in lutto, giustamente, per la morte del grande attore Luigi Proietti, universalmente noto come Gigi.

Peccato che non si riesca a cremarlo, per colpa del virus.

Peccato che ieri, complice il bel tempo non infrequente in novembre (la cosiddetta “estate di San Martino”), la folla si sia riversata in via del Corso e sul Litorale Laziale, così come a Napoli si faceva vita sociale sul Lungomare, mentre, negli ospedali, si somministrava l’ossigeno ai malati nei parcheggi.

Giusto, dicevo, piangere Gigi Proietti. Occorrerebbe però ricordare come egli, ne “La Tosca” (Italia, 1973), cantasse: “Chi se fa pecorone / Er lupo se lo magna”.

Appunto, non è tanto l’uscire di casa, quanto il riversarsi tutti negli stessi luoghi: come un gregge di pecore, e non quello della mitica immunità.

Forse ti sembro troppo duro, proprio nel giorno in cui la Pfizer annuncia l’altrettanto mitico vaccino, facendo schizzare l’umore e gli indici di borsa.

Ebbene, non abbiamo ancora in canna una pallottola d’argento. Anche se ce l’avessimo, sarebbe solo una ragione in più per stare doppiamente attenti, come i soldati che, sentendo avvicinarsi la fine della guerra, sono colti da un rinnovato terrore per la loro incolumità, quale non ne provavano da quando erano reclute e novellini.

Un militaresco saluto, con tanto di sbatter di tacchi.

Stan