La vendetta dei complottisti

Mia cara Berenice,

a essere sincero, non mi dispiace così tanto che padre Uwe Eglau ti abbia esorcizzato, male non ti farà… e nemmeno a me.

Del resto, non c’era nessun bisogno di dirgli che ti sei vaccinata, e addirittura con quattro dosi grazie agli agganci di tua madre all’Ambasciata di Russia!

Le posizioni del buon prelato ti erano note. Non me ne sarei attese altre, del resto, da un fanatico pre-conciliare che ti costringe a confessarti in latino.

Oltretutto, sarà esasperato dal rigido obbligo vaccinale austriaco, proprio mentre nel resto del mondo gli antivaccinisti si stanno prendendo qualche piccola soddisfazione.

No, non mi riferisco tanto alla tirata del vostro medico, secondo cui la pandemia starebbe finendo “da sola”.

Innanzitutto, non sappiamo ancora se sia vero, anche se lo speriamo tutti ardentemente.

In secondo luogo, non sarebbe una gran notizia. Le pandemie sono sempre finite “da sole”, in epoche in cui non esistevano né medicinali né vaccini, mentre in compenso si dava la caccia a streghe e untori. Il punto è quanti morti e quanta devastazione si lasciano alle spalle, prima di finire “da sole”. Quindi, vedete di cambiare quel ciarlatano: un confessore reazionario è innocuo e anzi naturale, un medico incapace molto meno. Il fatto che sia Conte Paladino non renderà più efficaci le sue discutibili terapie.

Comunque, pensavo piuttosto agli Stati Uniti, vero regno degli antivaccinisti, dove le compagnie aeree hanno chiesto alle Autorità federali di bloccare l’attivazione del 5G da parte delle compagnie telefoniche, per timore che esso interferisse con la strumentazione degli aerei. Pare peraltro che si sia già trovata una soluzione.

Quindi, se l’allentamento delle restrizioni proseguirà, potremo farci quel famoso viaggio dai van Houten negli Hamptons… sempre che abbandonino la loro pretesa di farmi giocare a squash a Chelmsford.

Un fermo saluto.

Stan

Nuts!

Mia cara Berenice,

mi dispiace che il Conte Zio abbia rifiutato il vaccino AstraZeneca e, preventivamente, il Johnson & Johnson.

Concordo in linea di principio sul fatto che non si possano addurre a scusante né l’età tarda né le posizioni quantomeno confuse adottate dalle Autorità regolatorie europee e nazionali.

Tuttavia, mi sento di fare qualche considerazione.

Se vai sulla mia bacheca Facebook, troverai – immerso nel solito mare di sciocchezze – una grafica di tale Maria Leonor Ramos, che credo essere un’accademica spagnola.

L’immagine – minimale, graficamente gradevole e chiarissima nella disposizione e nei colori – accosta alcuni semplicissimi dati sulle cause di trombosi:

  • vaccino AstraZeneca: 4 casi ogni milione di vaccini, 0,0004%;
  • pillola anticoncezionale: 500-1.200 casi ogni milione di donne, 0,05-0,12%;
  • fumo: 1.763 casi ogni milione di fumatori, 0,18%;
  • covid-19: 165.000 casi ogni milione di pazienti, 16,4%.

Quest’ultimo numero, se ce ne fosse bisogno, è debitamente evidenziato.

Una nota a piè di pagina elenca le fonti, l’Agenzia Europa per i Medicinali e varie pubblicazioni.

Il punto che però a me interessa è un altro: perché di produrre una simile grafica si è dovuta incaricare tale Maria Leonor Ramos? Sono certo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Commissione Europea, l’Agenzia Europea per i Medicinali, i Ministeri rigurgitano di funzionari addetti alla comunicazione, alcuni dei quali lautamente retribuiti.

Invece, l’immagine della comunicazione istituzionale europea è quella della funzionaria danese, svenuta di colpo – come Dante nella Divina Commedia – dopo aver annunciato la sospensione sine die del vaccino AstraZeneca.

La comunicazione è sempre stato uno dei grandi talloni d’Achille delle organizzazioni internazionali, strette fra protocollo diplomatico, veti intergovernativi e Babele linguistica.

Le Istituzioni europee, un ibrido sovranazionale-governativo, hanno ereditato questa tara. Nel loro caso, anzi, spicca ancora di più, essendo esse dotate – almeno in certi ambiti e sotto certi profili – di poteri sostanziali.

A livello nazionale, la situazione è più composita, ma non meno allarmante. I capi dei partiti politici, spalleggiati da staff di agguerriti social media manager, sanno comunicare anche troppo bene. I loro partiti e le altre istituzioni, pubbliche e private, no.

Sommando questo mutismo isterico al sempre maggiore peso che gli attori privati – e in particolare commerciali – vanno assumendo, tutto ci conduce a quella privatizzazione del pubblico denunciata da Zygmunt Bauman.

Il politicamente corretto aggrava ulteriormente la situazione, ingessando ulteriormente il linguaggio delle istituzioni, anche accademiche e culturali.

Ti immagini la Seconda Guerra Mondiale combattuta ai giorni nostri? Niente discorsi di Churchill e de Gaulle, entrambi troppo nazionalisti e colonialisti. Niente ragazze dell’USO per i soldati americani. Niente risposte irriverenti alle richieste di resa tedesche, durante l’offensiva delle Ardenne. I generali Patton e MacArthur sarebbero stati sollevati dal comando nel giro di tre giorni. Forse mi sbaglio, ma temo che i nazisti sarebbero sbarcati a New York e i giapponesi a Los Angeles nel giro di qualche settimana.

Un saluto sul sole.

Stan

La sveglia

Mia cara Berenice,

sarà un caso, ma in questi giorni di vaccini che sbocciano ovunque, in rugiadose corolle di quasi cento petali, da Bruxelles si sollevano dubbi sugli adempimenti italiani nell’ambito del Semestre Europeo. Alcuni documenti tardano ad arrivare da Roma; altri sono giunti, ma non convincono appieno.

Sta già finendo il tempo dello stato d’emergenza, della spesa illimitata, delle rotative di stampa autorizzate da Francoforte al moto perpetuo? Speriamolo, tutto meglio del virus; ma speriamo anche che il risveglio non sia troppo brusco.

La campanella di fine ricreazione, del resto, qui a Bruxelles non suona solo per l’Italia. Ungheria e Polonia oppongono il loro veto al bilancio comune, che le Istituzioni vorrebbero ancorare al rispetto dei principi dello stato di diritto. Scontati, dirai tu, per qualunque Stato membro dell’Unione Europea; a quanto pare, no. Del resto, anche la Russia è membro del Consiglio d’Europa.

Pure oltreoceano, gli Stati Uniti stanno per risvegliarsi dopo quattro anni di MAGA, anni di spettacolo che, fino alla pandemia, aveva intrattenuto anche me. Anni in cui è stato promesso un Muro fra Stati Uniti d’America e Stati Uniti del Messico, a spese dei secondi. In cui la Casa Bianca sparava cinguettii adolescenziali – anziché ruggiti metallici di missili, va pur detto.

Perfino per i guasconi dell’ex Nord America Britannico, il risveglio potrebbe essere brusco. Troveranno una Cina più in forma che mai, già pienamente ristabilitasi dal virus. Troveranno un mondo che non è più confortevolmente diviso in due blocchi, in cui perfino la minaccia islamista ha assunto i contorni fumosi e sfumati di un fantasma, in cui loro stessi non si riconoscono, tra immigrazione, sciovinismo, anima europea e Frontiera.

No, non sono spaventato, affatto. Sai bene che, per me, il risveglio è sempre brusco. Non giungo al pieno delle mie già scarse capacità mentali fino al pranzo di mezzogiorno. Le ore precedenti sono un deserto fisico, cognitivo ed esistenziale.

Un assonnato saluto.

Stan