Shein Strikes Back

Mia cara Berenice,

conosci le mie umili origini, perciò non ti stupirà troppo che io sia ossessionato da un argomento plebeo come Shein.

Dopo le polemiche che l’hanno investito e il ripudio da parte di alcuni influencer, il marchio d’abbigliamento cinese non arretra, anzi apre un pop up store a Milano.

Pop up store. Presumo sia qualcosa di simile ai gazebo che spuntano a Termini sotto Natale, dove serissime commesse ti vendono i panettoni artigianali di rinomati chef.

Pop up store. Come quando, in un videogioco di strategia, clicchi sul terreno e questo erutta un grattacielo, un centro commerciale, una fila di cavalli di Frisia o un nido di mitragliatrici, completo di serventi.

Pop up store. Il virtuale che incontra il reale, il metaverso che colonizza l’universo fisico.

Una sorta di offensiva del Tet. Come se un bel mattino il Presidente degli Stati Uniti, affacciandosi dalla finestra della Casa Bianca, si fosse trovato davanti un intero cupo Palazzo del Popolo o del Comitato Centrale, in puro stile brutalista, pavesato di bandiere rosse, una gigantografia di Lenin che lo scruta severa dalla facciata, guardia d’onore in colbacco.

Guerrilla marketing dei più audaci. Sarà interessante misurare la reazione delle reti sociali e della folla di carne. Chi si presenterà sulla soglia improvvisa e improvvisata del negozio? Manifestanti e picchetti armati di cartelli o ragazzine bramose di lustrini a poco prezzo per il veglione di San Silvestro al Vattelapesca Club?

Un impaziente saluto.

Stan

Shein

Mia cara Berenice,

tu ti servi solo da sarti inclusi nell’Albo dei Fornitori della Casa Imperiale e, di certo, non conosci Shein.

È una casa di moda cinese, nota perfino a me per il suo marketing sulla Rete, così capillare da risultare inquietante e ricordare i mille volti della Stasi. Bizzarramente, oltretutto, il nome inglese Shein può far pensare a una quinta colonna femminile.

Reclutano qualunque influencer, anche di piccolo cabotaggio. In cambio di vestiti gratuiti, ottengono una videorecensione o un prodotto analogo. Lo styling accorto e i prezzi bassi fanno il resto.

In tal modo, Shein sopravvive a periodiche accuse di dumping, violazione dei diritti dei lavoratori, perfino utilizzo di materiali tossici.

Tutto questo mi ha ispirato il racconto che ti allego.

Stan

SHEIN – LA QUINTA COLONNA

“Insiste che non ha fatto nulla,” ribadì il magistrato, allargando le braccia.

“Cazzate!” Tagliò corto il Commissario della Postale. “Abbiamo esaminato i suoi computer e la sua attività in Rete centimetro per centimetro. Potrei ricostruirle ogni singolo istante della sua giornata”.

“Già, me l’ha detto…”

“Oltretutto, è estremamente abitudinaria per una ragazza così giovane. Alle sette e mezza è già al lavoro. Tra le due e le tre pranza. Ordina online, che lavori da casa o in ufficio. Stesso discorso per la cena, mai prima delle dieci. Dopo cena, sessione di rilassamento…”

“Sessione di rilassamento?”

“Con quella app cinese, ce l’ha anche mia figlia… come si chiama…”

“Cloud”.

“Anche lei ha figlie?”

“No. La uso io”.

“Ah…”

“Funziona benissimo. La provi”.

“Uhm… ci penserò…”

“Ok. Quindi usa Cloud prima di andare a dormire, come me”.

“Prima di violare i server del Ministero, intende dire. Lo faceva di notte. Come io mi alzo a mangiare le patatine”.

“Perché, secondo lei? Di buona famiglia, nessuna affiliazione politica, una brillante carriera davanti nell’informatica”.

“Forse voleva semplicemente dimostrare di saperlo fare: molti pirati informatici sono così”.

“Ma perché mandare tutto ai cinesi, allora? Non la pagavano nemmeno…”

“Questo è il vero mistero”.

“Sicuro che non vi siano sfuggiti quei soldi? Dark Web, criptovalute…?”

“Continueremo a cercare”.

“Sì, per favore”.

Il magistrato congedò il Commissario. Quel caso lo tormentava. Lungo la Nazione si dipanava un filo rosso di strani, inspiegabili crimini di Stato commessi da giovani ragazze. Solo la settimana prima una influencer appena maggiorenne, invitata a un esclusivo party di Milano, aveva aggredito l’amministratore delegato di un’azienda di Stato attiva nel settore aerospaziale e della difesa.

Si sentiva nel cranio i tamburi martellanti dell’ossessione. Rischiava di passare la notte in bianco… per fortuna, c’era Cloud. Si infilò gli auricolari, avviò l’app e chiuse gli occhi. Nel giro di pochi minuti il suo corpo si rilassò completamente, si districò come un nodo, si sciolse sulla poltrona. Un quarto d’ora dopo, era un uomo nuovo, con una luce rasserenata negli occhi.

Si stava preoccupando decisamente troppo. Si era lasciato suggestionare da quei rapporti della Postale, pieni di paroloni in inglese. A ben vedere, non c’erano nemmeno gli estremi per detenere quella povera, graziosa ragazza in attesa di giudizio. Andava scarcerata.