Mia cara Berenice,
complimenti sinceri all’Argentina. Al di là della naturale antipatia suscitata dalla Francia in ogni persona ragionevole, non è facile riprendersi dal colpo psicologico di un pareggio al 118°.
Congratulazioni anche al Pontefice regnante, già Arcivescovo di Buenos Aires, che ha appena rivelato alla stampa di aver firmato una lettera di dimissioni per l’eventualità di malattia o altro impedimento. La sottoscrizione del documento, consegnato al Cardinal Segretario di Stato, sarebbe ormai prassi costante per i Pontefici appena eletti. Confesso che lo ignoravo, mi era nota solo la lettera firmata da Papa Pio XII nel 1943, dopo l’occupazione tedesca di Roma.
Sarebbe tempo che la Chiesa regolasse espressamente la questione della malattia o impedimento del Pontefice regnante. Attualmente, nessun organo è titolato a dichiarare il Papa incapace di esercitare le sue funzioni e nessun organo è competente a farne le veci – nemmeno, contrariamente a quanto si crede, il Cardinale Camerlengo.
Oltretutto, sarebbe una buona occasione per spazzare via alcune teorie giuridiche brandite dagli ultraconservatori per delegittimare i Pontefici da loro ritenuti progressisti – di solito, tutti quelli postconciliari. Si potrebbe cioè rimarcare, anche prevedendo sanzioni penali in caso di violazione, che nessun organo esterno alla Santa Sede o alla Curia Romana può dichiarare invalida o inefficace l’elezione di un Papa o l’abdicazione di un predecessore, né tantomeno dichiarare decaduto e scomunicato un Pontefice per presunte deviazioni dalla dottrina – possono sembrare tesi fantasiose, ma ti assicuro che sono all’ordine del giorno negli ambienti più reazionari.
Un saluto sedeplenista.
Stan