Nottambuli

Mia cara Berenice,

sono sul treno per Venezia. Poco dopo la partenza, ero caduto in un sonno pesante come il piombo, eppure mi sono destato, con tempismo perfetto, alla prima distribuzione di bibite e stuzzichini da parte delle hostess. Ora mi sento di nuovo intorpidito mentre il convoglio arranca verso la stazione di Firenze, proprio mentre, per strano caso, sto leggendo “Cronache di poveri amanti” di Vasco Pratolini.

Del resto, il Festival della Canzone Italiana, attualmente in corso e trasmesso ogni sera dalla TV di Stato, sta mutando i rapporti della Nazione intera con il Sonno.

Per prassi consolidata, ogni serata del Festival finisce tardissimo, spesso oltre l’una di notte. Ecco allora, sui divani di tutta Italia, mummie raggrinzite fissare i televisori con occhi sbarrati, in attesa della liberatoria proclamazione della classifica provvisoria. Padri di famiglia attesi l’indomani alla catena di montaggio alle otto in punto, che solitamente russano di traverso sul divano appena ingurgitata la cena, combattono la loro guerra eroica contro Morfeo, a costo di rischiare di decapitarsi con la pressa il giorno dopo. Rigidi come cadaveri, illuminati dalla luce da obitorio del teleschermo.

A infierire ci si mettono i costumisti della TV di Stato, sadicamente dediti a ricoprire di lustrini non solo gli abiti lunghi di conduttrici e ospiti, ma anche e soprattutto le giacche da sera dei conduttori, in un baluginio ipnotico mortale come il sibilo del serpente.

Dormi, dormi, dormi, dormi.

Stan

Polvere di stelle

Mia cara Berenice,

ti scrivo mentre in TV danno “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” di Ettore Scola (Italia-Spagna, 1970), inserito nel palinsesto in memoria della grande attrice Monica Vitti, venuta a mancare ieri.

Appunto ieri è stato trasmesso “Polvere di stelle” di e con Alberto Sordi (Italia, 1973), forse il film più famoso della Vitti. Io sono uno dei pochi ad associarla a “La Tosca” di Luigi Magni, con Gigi Proietti (Italia, 1973).

Tornando a “Polvere di stelle”, esso narra la storia di un capocomico e una soubrette nell’Italia della Seconda Guerra Mondiale, catapultati sul palcoscenico di un’effimera notorietà quando la loro compagnia, a seguito di rocambolesche vicende, finisce nel Mezzogiorno liberato ed è l’unica a poter intrattenere le truppe americane. Poi i G-men entrano a Roma, la guerra finisce e si ripristinano le crudeli, spietate gerarchie del mondo dell’arte. I due non si rassegnano e diventano malinconici fantasmi che trascinano stancamente le loro catene per Roma, macerandosi nel ricordo della gloria che fu.

La Vitti, ovviamente, è stata omaggiata anche durante la seconda serata del Festival di Sanremo. Di questa kermesse ti ho parlato più volte, ma senza accennare al suo potere di dare vita – a volte posticcia, a volte tragicamente reale – al melodramma.

Nel 1967, in una camera dell’Hotel Savoy venne trovato morto uno dei concorrenti, il celebre cantante Luigi Tenco. Il caso venne archiviato come suicidio.

Nel 1995, un uomo tentò di lanciarsi dal loggione del teatro in diretta televisiva, prima di essere dissuaso dallo storico presentatore Pippo Baudo.

Due anni dopo, nel 1997, il duo musicale dei Jalisse vinse il Festival con la canzone “Fiumi di parole”, prima di scivolare in un rapido e inesorabile oblio. Esattamente come i protagonisti di “Polvere di stelle”, i due non si rassegnano. Ogni anno si candidano a partecipare al Festival e ogni anno la loro richiesta viene respinta: secondo il Corriere della Sera, sarebbe avvenuto venticinque volte. Quest’anno, hanno scritto al Presidente della Repubblica che ha risposto loro con nota del Consigliere Direttore dell’Ufficio di Segreteria: “Il Presidente della Repubblica ha ricevuto la Vostra email e mi incarica di ringraziarVi per le cordiali espressioni di stima indirizzategli e per il desiderio di sottoporgli il CD di canzoni inedite – il Vostro album scritto e pubblicato durante il lockdown – in cui è compreso anche il brano ‘Speranza in un fiore’, dedicato ai nonni purtroppo scomparsi in solitudine a causa del Covid-19. Al riguardo, potete gentilmente farlo pervenire alla mia attenzione all’indirizzo: ‘Palazzo del Quirinale, Piazza del Quirinale, 00187 Roma’. Sarà mia premura sottoporlo al Capo dello Stato”.

Uno straziato saluto.

Stan

Il mio Sanremo

Mia cara Berenice,

sono lieto che tu, alla fine, abbia ceduto alle mie insistenze, assistendo alla serata inaugurale del Festival di Sanremo.

Hai torto peraltro a considerarmi un fanatico. Il mio Festival, anzi, è quello del 1998, co-condotto da Raimondo Vianello, Eva Herzigova e Veronica Pivetti: la 48^ edizione.

Chi sia stato Vianello non ho la pretesa di spiegartelo in queste poche righe; pensa alla Colonna Traiana, ecco.

Eva Herzigova l’ho rivista qualche sera fa ne “L’amico del cuore” (Italia, 1998), di e con Vincenzo Salemme. Recitare non era il suo mestiere, almeno all’epoca – la precisazione è doverosa, perché in seguito è comparsa in diverse altre pellicole. Purtuttavia, i vestiti stessi si ritraevano dalla sua pelle, per paura di incendiarsi.

Veronica Pivetti, in quel famoso Festival, accettò di interpretare la non facile parte della bruttina, bonariamente trascurata dal Vianello che – anche in “Casa Vianello”, la celeberrima sitcom che condivideva con la moglie Sandra Mondaini – sfoggiava un gallismo leggero, garbato e autoironico, e sul palco si fingeva perciò ammaliato dalla Herzigova.

La ricordo soprattutto per “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e di politica” (Italia, 1996), di Lina Wertmuller con Tullio Solenghi, pellicola poco nota eppure emblematica della sinistra europea presa a schiaffi e tramortita dalla globalizzazione e dai sovranismi.

Un saluto, signore e signori. Canta…

Stan

La pandemia al tempo del festival

Mia cara Berenice,

se non avrai mie notizie nei prossimi giorni, non preoccuparti, sarò impegnato a seguire il Festival della Canzone Italiana, volgarmente noto come Festival di Sanremo, perché tradizionalmente si svolge nel Teatro Ariston della città ligure. Viene infatti organizzato dalla TV di Stato in collaborazione con il Comune e con l’Agenzia Regionale per la Promozione Turistica. Quest’ultima, denominata inLiguria, cura ulteriori iniziative come Experience Liguria, TravelArt, Surf the Mountain, il Pasta Pesto Day e il Food & Green Village. Leggendo questi nomi, non immagineresti mai che, in Italia, quasi nessuno parla inglese. Non escludo perciò possa trattarsi di un’astuta campagna di propaganda orchestrata dal Ministero della Cultura Popolare.

Certo che seguire il Festival è impegnativo. Le trasmissioni, pur iniziando già alle 20.40 (c.d. “pre-Festival”), si protraggono fino a tarda notte. Occorre far esibire numerosi cantanti, gli ospiti, i conduttori, etc.

Certo che è obbligatorio. Un Regio Decreto del 1933 punisce con la multa e la sorveglianza speciale la mancata annotazione, in apposito libretto, di rilievi critici su ogni esibizione. Il libretto va esibito a ogni richiesta da parte di un agente o ufficiale di Polizia Giudiziaria; a questi particolari fini, la qualifica di ufficiale e agente spetta anche ai funzionari RAI e ai giornalisti di costume all’Ordine. Le pene sono aumentate e aggravate in caso di recidiva.

Certo che questa legge generalmente non viene applicata, non è necessario. Chi, in Italia, non guarderebbe il Festival? Che altro c’è da fare, del resto, in piena pandemia, con il coprifuoco alle 22? Quest’anno, poi, la TV di Stato ha schierato un’autentica Panzerdivision, anzi un’intera Armata corazzata. Alla serata di ieri, quella inaugurale, l’attrice Matilda De Angelis. Stasera, la cantante Elodie. Per te, ieri, c’era il calciatore Zlatan Ibrahimović. In testa alla classifica parziale, stilata dalla giuria demoscopica, abbiamo la cantante Annalisa.

Cos’è una giuria demoscopica? Domanda perfettamente legittima. Ai sensi dell’edizione consolidata 2021 del Regolamento, che tiene conto delle quattro modifiche apportate nel biennio 2020-21, “la giuria demoscopica è composta da un campione statisticamente rappresentativo di almeno 300 persone selezionate tra abituali fruitori di musica, le quali esprimeranno il proprio
voto da casa attraverso un sistema di votazione elettronico”.

Il riferimento al sistema di votazione elettronico non deve indurti a confondere la giuria demoscopica con il televoto, disciplinato da tre appositi Regolamenti, uno dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e due dell’organizzazione. Questi ultimi si applicano, rispettivamente, ai campioni e alle nuove proposte.

Un saluto dal direttore d’orchestra.

Stan