Mia cara Berenice,
“The Imitation Game” (USA-GB-Francia, 2014) ci racconta i dilemmi, anche etici, degli esperti di crittografia di Bletchley Park, incaricati dal Governo di Sua Maestà di violare l’inviolabile Enigma, la macchina portatile per la codifica dei messaggi considerata il fiore all’occhiello della tecnologia nazista. Ci riuscirono con l’apporto fondamentale di Alan Turing, creatore di quello che viene talvolta citato come il primo computer. A Turing, il suo Paese non fu riconoscente. Processato e condannato per omosessualità, all’epoca un reato in Gran Bretagna, sottoposto coattivamente a una terapia ormonale, morì suicida negli anni ’50.
Questa lettera, però, ha preso una direzione tragica, quando io volevo solamente parlarti dei miei fallimentari tentativi di decodificare i boati che si alzavano ieri sera da Roma, durante la finale di Europa League tra Siviglia e Roma. Continuavo a sentire urla che mi parevano d’esultanza, maturando la convinzione che la squadra capitolina stesse vincendo per cinque a zero. I primi sospetti li ho avuti quando non ho udito i clacson dei caroselli. In effetti, aveva vinto il Siviglia ai rigori, dopo un pareggio per uno a uno.
Su una cosa, però, ci avevo azzeccato: la partita sembrava non finire mai. In effetti, oggi apprendo dalla stampa sportiva che sarebbe stato addirittura l’incontro più lungo della storia del calcio.
Un fischio.
Stan