Corsi e ricorsi storici

Mia cara Berenice,

senza indulgere a complottismi, occorre riconoscere che in ogni momento storico esiste una narrazione dominante, non sempre corretta. Ad esempio, a leggere la stampa ci si fa l’idea che, nelle case italiane, il tradizionale televisore – sul cui ruolo nella storia patria ci sarebbe moltissimo da dire – sia stato sostituito dalla smart TV, perennemente sintonizzata su Netflix o altre piattaforme digitali.

In realtà, chi fa visita ai nonni o anche solo ai genitori spesso trova una TV tradizionale. Non analogica – ormai bandita dalle norme tecniche – ma non smart o, anche se smart, placidamente adagiata su canali generalisti, tra i quali spicca l’immarcescibile primo canale della TV di Stato che offre telegiornali, tribune politiche, programmi di intrattenimento, sceneggiati (fiction).

È così diverso per le nuove generazioni? Io, personalmente, sono in mezzo al guado. Volendo guardare distrattamente un poco di TV il sabato mattina o quantomeno averla in sottofondo, ho appreso dall’apposita guida che sull’ottavo canale davano, nell’ordine:

1) uno di quei film in cui il sovrano di un innominato Stato europeo si innamora della sua istitutrice o simile;

2) un telegiornale in forma ridotta;

3) un programma di cucina.

La scelta è stato immediata e, accendendo l’apparecchio, mi sono accorto con soddisfazione che era già sintonizzato sull’ottavo canale. Non solo, ma una pubblicità annunciava il ritorno, sul medesimo canale, di uno spettacolo della Gialappa’s Band. Spiegarti a parole di che si tratti sarebbe inutile, ti manderò dei video.

Un nostalgico saluto.

Stan