Sull’ordinamento post-rivoluzionario del Movimento 5 Stelle

Mia cara Berenice,

un provvedimento cautelare con cui il Tribunale di Napoli ha sospeso l’elezione del Presidente del Movimento 5 Stelle, l’ex Presidente del Consiglio Prof. Avv. Conte, ha riacceso i riflettori sull’ordinamento del Movimento, nato da un curioso impasto di e-democracy e segretezza carbonara.

Quando vivevo ancora nelle Venezie, ai tempi eroici dell’organizzazione, un amico mi portò a una locale riunione sezionale, nel loro linguaggio Meet Up, dal nome della piattaforma informatica utilizzata. Il capocellula spiegò che, per iscriversi, bisognava collegarsi al sito del Movimento a tarda notte, all’interno di una ristrettissima finestra oraria, “per evitare infiltrazioni”.

Erano i tempi in l’organizzazione si definiva una “non associazione” retta da un “Non Statuto”. Oggi, viceversa, il Movimento si dichiara (o confessa) Associazione e sul sito istituzionale si trovano solo un vecchio Statuto e uno nuovo in vigore dal 2021.

Chiunque sia in possesso di requisiti minimi (sostanzialmente la cittadinanza italiana o la residenza regolare in Italia) può iscriversi con modalità telematiche, senza pagare alcuna quota.

Gli iscritti formano collettivamente l’Assemblea che esprime la sua volontà tramite votazioni telematiche che, potendo essere più ricorrenti di quelle fisiche, dovrebbero informare il Movimento al paradigma della democrazia diretta: qualcosa di simile al governo assembleare adottato, per breve tempo, nella Francia post-rivoluzionaria.

Per breve tempo, appunto. Proseguendo nella lettura, si scopre che quasi sempre l’Assemblea delibera su proposta del Presidente (o, teoricamente, di un terzo degli iscritti). Sempre il Presidente “è l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico del MoVimento 5 Stelle”. Viene eletto dall’Assemblea, certo, ma non può essere sfiduciato da quest’ultima. Proseguendo con l’analogia della Francia post-rivoluzionaria, ecco quindi la Convenzione Nazionale sciogliersi e lasciare il posto a un Primo Console.

A differenza di quanto avvenuto oltralpe, tuttavia, il Primo Console è destinato a non diventare Imperatore, perché su di lui incombe l’ombra di un’altra figura, il Garante. Eletto a vita, non sfiduciabile da parte dell’Assemblea, il Garante “è il custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle e in tale spirito esercita con imparzialità, indipendenza e autorevolezza le prerogative riconosciute dallo Statuto […] ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto”. Può, lui sì, sfiduciare il Presidente.

Emerge così in modo evidente l’analogia con un altro ordinamento post-rivoluzionario, quello iraniano, in cui il Leader eletto a vita vigila sul rispetto del diritto islamico da parte degli altri organi costituzionali (Presidente, Assemblea Consultiva Islamica, etc.).

Hasta siempre.

Stan

La Commissione Parlamentare Congiunta per le Cerimonie di Insediamento

Mia cara Berenice,

mi dispiace che la cerimonia di insediamento del Presidente Biden ti abbia deluso. Non entrerò nel merito dei numeri musicali, lo sai che sono privo d’orecchio. Quello che posso fare, da umile giurista e funzionario, è dirti a chi puoi indirizzare le tue lagnanze.

Innanzitutto la base legale dell’insediamento, ossia il XX Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, ai sensi del quale il Presidente eletto entra in carica a mezzogiorno del 20 gennaio.

Dal 1901, la relativa cerimonia è di competenza della Commissione Parlamentare Congiunta per le Cerimonie di Insediamento, alla quale rispondono diversi enti e uffici pubblici e privati.

Tra quelli pubblici, il più curioso è l’Architetto del Campidoglio, una carica ed ente federali risalenti al 1867. L’Architetto del Campidoglio ha la funzione istituzionale di costruire e preservare gli edifici e i terreni sul Campidoglio a servizio del Congresso e della Corte Suprema. Il suo coinvolgimento nella cerimonia deriva dal fatto che quest’ultima non si svolge alla Casa Bianca, ma appunto sul Campidoglio.

La parte informativa, intesa in senso stretto come produzione di materiale informativo istituzionale, è curata dall’Ufficio Pubblicazioni del Governo, l’equivalente del Poligrafico dello Stato italiano.

La parte amministrativa e la sicurezza sono curate dai Sergeant-at-Arms delle due Camere, carica intraducibile che, volendo tracciare un parallelo con il Parlamento italiano, sta fra l’Ufficio di Presidenza, il capo commesso, il questore e l’ufficio del cerimoniale.

Il cerimoniale militare è seguito da un Comando, la Task Force congiunta per la Regione della Capitale Nazionale, anche se immagino il Dipartimento della Difesa sia coinvolto in modo ben più ampio.

La Polizia Federale del Campidoglio si occupa della sicurezza; anche qui, fatico a escludere un ruolo di Servizio Segreto, FBI, CIA, et coetera.

Infine, il settore privato è rappresentato dal Comitato per l’Insediamento Presidenziale, facente parte della macchina elettorale del Presidente eletto.

Hai le idee più confuse di prima e non sai ancora con chi prendertela? Be’, il Presidente della Commissione è il senatore Roy Blunt del Missouri; dalle foto sembra un tipo simpatico.

Un saluto a te e al Capo.

Stan