Mia cara Berenice,
le Autorità di Bloemfontein, in Sudafrica, hanno ordinato ai proprietari di pit-bull di consegnare i loro cani, dopo che un esponente della razza ha ucciso a morsi un bambino di otto anni.
Avrà base scientifica considerare aggressivi e pericolosi tutti i cani appartenenti a una determinata razza? Non sono un esperto e nemmeno un cinofilo, ma ho tradotto un libro sui samoiedi e direi che il concetto stesso di razza canina, pur avendo ovvie e anzi pesanti implicazioni commerciali, è piuttosto arbitrario. Di molte razze si ignora l’esatta origine, le relative classificazioni variano da paese e paese, dove sono state effettuate, nella generalità dei casi, da soggetti privati al di fuori di qualunque quadro normativo o regolatorio.
Del resto anche in Italia abbiamo avuto, in tempi tutt’altro che remoti, un’ordinanza del Ministero della Salute con cui si sottoponevano a particolari restrizioni i pit-bull e altre razze considerate pericolose.
Oggi, il tenore della regolamentazione ministeriale è cambiato, ma residuano comunque gravi criticità.
Innanzitutto, appare discutibile che la materia si regolamentata da ordinanze contingibili e urgenti del Ministro della Salute, prorogate di anno in anno. Ancora più bizzarro che queste ordinanze contengano norme civilistiche, stabilendo che il proprietario di un cane risponde della condotta dello stesso e così il detentore dell’animale, per il tempo della detenzione.
Sul versante giuspubblicistico il Comune, su segnalazione dei Servizi Veterinari, può obbligare il proprietario di un cane ritenuto pericoloso a seguire un corso di formazione, a spese dello stesso proprietario.
I cani dichiarati a rischio dai Servizi Veterinari vengono iscritti in un apposito Registro e non possono essere ceduti a proprietari anch’essi a rischio, come ad esempio certi pregiudicati; possono inoltre essere sottoposti a “misure di prevenzione” e a un “intervento terapeutico”.
Tutto questo sulla base di un’ordinanza temporanea sulla cui base, pare di capire, i Comuni dovrebbero adottare ulteriori atti temporanei.
Oltretutto, risulta ancora vigente il Regolamento di Polizia Veterinaria del 1954, che prevede un Registro di tutti i cani indistintamente e l’abbattimento di quelli catturati dagli accalappiacani e non reclamati entro tre giorni. Non è più dovuta, invece, l’imposta comunale sui cani.
Un ringhio.
Stan