Mia cara Berenice,
stamattina, a Roma, pioveva. Fortunatamente sto lavorando da casa, perché, secondo la stampa, la città intorno a me è impazzita. Strade allagate, incidenti, traffico in tilt, guasti alla metropolitana. Il maltempo non pareva particolarmente intenso, ma evidentemente era più diffuso del solito sull’ampia superficie cittadina oppure è stata pura e semplice sfortuna.
Ieri splendeva il sole e non posso nemmeno pensare cosa sarebbe successo altrimenti. La mattina, ho raggiunto come al solito Piazza Venezia con la navetta sostitutiva del tram – che, incidentalmente, da poco ha spostato senza preavviso il capolinea dall’Ara Coeli agli Astalli. Ho raggiunto a piedi l’ufficio. Nel primo pomeriggio, ho infilato nello zaino computer di servizio, incartamenti e masserizie varie e sono andato a piedi fino all’Agenzia per i Fondi Europei, tra Porta Pia e Porta Pinciana.
Da lì, dopo un paio di riunioni, un’auto di servizio mi ha riportato a Trastevere al Ministero dell’Università. Infine, smontato finalmente dal servizio, ho fatto la spesa e raggiunto a piedi la stazione per riprendere la navetta verso casa.
Se tutto questo fosse accaduto oggi, mi sarei trascinato sul divano nelle condizioni di un naufrago, se mai ci sarei arrivato.
Ricordi quando, all’apice della pandemia, ebbi l’idea della serie televisiva “Detective COVID”, con Alessandra Mastronardi a scandagliare i focolai epidemici per risalire al paziente zero? Ora sto immaginando “I fantasmi di Roma”, naturalmente sempre interpretata dalla stessa attrice. Il cambiamento climatico scatena su Roma un temporale particolarmente violento, quasi tropicale – sarebbe anche un omaggio a “Siccità” di Paolo Virzì (Italia, 2022). Centinaia di romani e turisti scompaiono nel nulla: forse sono annegati nei sottopassi, forse ancora bloccati in qualche quartiere periferico. Per rispondere all’emergenza, la Questura di Roma crea una speciale squadra investigativa con i migliori agenti dell’Ufficio Persone Scomparse. A quel punto, le indagini sulle sparizioni diventano un pretesto per mettere a nudo – a volte con ironia leggera, a volta con l’amarezza più nera e cruda – i volti nascosti e le contraddizioni dell’Italia. C’è il funzionario della Regione Basilicata in trasferta a Roma che approfitta dell’emergenza per darsi alla macchia e non tornare in ufficio per qualche settimana, facendosi alla fine computare un’indennità di disagio più pesante. C’è il giovanissimo immigrato del Sahel annegato in un tombino dopo essere sfuggito al mare. C’è l’anziana turista inglese che finisce per rifarsi una vita a Montespaccato, e così via.
Che dici? A me sembra un potenziale capolavoro.
Un orgoglioso saluto.
Stan