NATO, UE e cerchi concentrici

Mia cara Berenice,

mai si è parlato tanto di NATO come in queste settimane, ed è quindi curioso, per un giurista come me, leggere il Trattato del Nord Atlantico e non trovarvi traccia della relativa Organizzazione.

L’articolo 3 sembra anzi escludere ogni collaborazione strutturata: “Al fine di raggiungere più efficacemente gli obiettivi del presente Trattato, le Parti, separatamente e congiuntamente, in continua ed efficace autonomia e mediante l’assistenza reciproca, mantengono e sviluppano la loro capacità individuale e collettiva di resistere a un attacco armato”.

L’articolo 9, tuttavia, prevede, se non un’organizzazione, quantomeno degli organi: un Consiglio e organismi ausiliari istituiti dal medesimo, tra cui obbligatoriamente un Comitato di Difesa.

Da questo seme è nata una vera foresta di enti, organi e uffici, tra cui una Divisione Informazioni e Sicurezza, un Tribunale Amministrativo, uno Stato Maggiore, diversi Comandi e Agenzie controllate.

Giuridicamente, tuttavia, la natura destrutturata dell’accordo non cambia, tanto è vero che la Francia per un lungo periodo si è ritirata dall’Organizzazione, pur restando Parte del Trattato. Proprio per questo motivo, negli anni ’60 il Comando Supremo e la sede centrale della NATO si sono spostati da Parigi a Bruxelles.

Insomma una palla di gomma elastica che sta mostrando la sua duttilità anche in occasione della crisi ucraina. Da una parte, alcuni importanti Paesi dell’Organizzazione avrebbero offerto a Svezia e Finlandia garanzie di sicurezza interinali, in attesa dall’ammissione formale da parte del Consiglio Atlantico. Dall’altra, la Russia ha liquidato la domanda d’adesione di Stoccolma e Helsinki come irrilevante, sostenendo che i due Paesi nordici sarebbero già di fatto integrati nell’Organizzazione.

Qualcosa di simile sta accadendo sul fronte europeo, dove la Francia ha proposto di ricreare una Comunità Europea aperta a Gran Bretagna e Ucraina, dopo che la storica CE è stata sciolta dal Trattato di Lisbona.

Insomma, dal sasso gettato da Mosca si allargano una serie di cerchi concentrici nello stagno.

Un paludoso saluto.

Stan

Concattedrale

Mia cara Berenice,

questa Nazione che risponde al nome di Belgio è venuta a esistenza nel 1830, con una rivoluzione e conseguente secessione dai Paesi Bassi.

Le cause del rivolgimento furono, come sempre, complesse e molteplici, ma non ultima fra di esse fu il dominio in queste terre del Cattolicesimo, contrapposto al nitido Protestantesimo olandese.

Tanto premesso, immagino che il Belgio contemporaneo sia scristianizzato quanto il resto dell’Europa occidentale, ma questo non impedisce alla Concattedrale di San Michele e Santa Gudula di fare bella mostra di sé in pieno centro. Nel cuore di questo imponente edificio si celebrano i matrimoni e i funerali dei membri della Famiglia Reale.

Concattedrale, perché la Cattedrale dell’Arcidiocesi di Malines-Bruxelles è la Cattedrale di San Rombaldo di Malines, sede del Primate del Belgio, rappresentato nella capitale belga da un Vicario.

Ho visitato San Rombaldo proprio oggi e posso confermarti che è decisamente più notevole di San Michele e Santa Gudula.

Il diritto canonico ha sempre ragione.

Un devoto saluto.

Stan