Ragione e sentimento

Mia cara Berenice,

se io ti chiedessi qual è l’ossessione nazionale italiana, che cosa risponderesti? Il calcio? La pasta? La pizza? Le donne? Comincio a pensare che sia il denaro contante.

Come ben sai, in questi giorni si sta insediando il Governo dell’On. Giorgia Meloni. Alcuni si aspettavano una ricostituzione del Partito Fascista Repubblicano, seguita a stretto giro dal ripristino delle Leggi Razziali e da un attacco nucleare contro l’Abissinia. Altri si aspettavano miracoli. Altri ancora, tra cui il sottoscritto, un esordio conciliante e tecnocratico su cui infilzare qualche bandierina ideologica.

Invece, ecco quello che Jack London definiva l’Inaspettato.

Il primo provvedimento annunciato dal nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri, il tema che monopolizza il dibattito pubblico è l’aumento del limite all’utilizzo di denaro contante nelle transazioni.

Limite che successivi Governi continuano a innalzare e abbassare, quasi fosse un parametro delicatissimo e vitale come quelli fissati dalle Banche centrali o monitorati nelle Terapie Intensive.

Secondo alcuni, innalzare il limite sarebbe un salutare e liberatorio schiaffo alle banche e alla finanza internazionale, come se il grosso dei soldi non fosse comunque depositato sui conti correnti. C’è chi, per rintuzzare questa obiezione, arriva a prelevare tutti i suoi averi e ammassarli sotto il proverbiale materasso, esponendoli a topi d’appartamento, rapinatori e truffatori.

Sul fronte opposto, c’è chi vede nella lotta al contante un assedio all’evasione e al riciclaggio, come se non esistessero sofisticatissimi meccanismi di elusione finanziaria transfrontalieri, alcuni dei quali perfettamente legali.

Quanto a me, trovo comodissimo pagare anche il caffè con il mio nuovo Bancomat contactless, senza il quale è praticamente impossibile sopravvivere a Bruxelles o a Londra – dove usavo la carta di credito.

Questo non mi impedisce, peraltro, di cogliere l’afflato sentimentale che forse influenza, può o meno consciamente, l’ossessione italiana per i contanti. Io stesso tendo ad associarli automaticamente ai miei nonni e agli anziani del mio paese, che ritirano la pensione in contanti in Posta e tengono i titoli di Stato in soffitta. Quando entrò in circolo l’euro, nonna manifestò a tutti la soddisfazione con cui aveva speso “i suoi ultimi soldi italiani”.

Considerazioni emotive di questo tipo, forse, spiegano certi atteggiamenti diffusi meglio di argomentazioni razionali sull’economia e la finanza.

Più in generale, ho l’impressione che non abbiamo ancora imparato del tutto a identificare le dinamiche emotive, inconsce, irrazionali esistenti a livello collettivo e sociale: abbiamo una psicologia e una psichiatria solo individuali.

Un frusciante saluto.

Stan