False friend

Mia cara Berenice,

ci sono notizie che sembrano buone, ma sono in effetti cattive.

Incontri Elizabeth Hurley in un pub: notizia buona, anzi ottima.

Elizabeth Hurley si rivela essere, in effetti, il Diavolo: notizia cattiva, addirittura pessima.

Il riferimento è, ovviamente, a “Indiavolato” (USA, 2000), rifacimento o remake de “Il mio amico il diavolo” (Gran Bretagna, 1967).

In questi giorni, si dice che la Russia stia ricevendo soccorso da Cina e Iran.

La prima ha fatto atterrare un carico di missili in Serbia, storico alleato ortodosso della Russia nei Balcani.

La seconda starebbe inviando armi direttamente alla Russia, via Iraq e Iran.

Ma sono davvero buone notizie per Mosca?

Innanzitutto, la fornitura cinese sarebbe stata acquistata nel 2019. Soprattutto, prima della guerra in Ucraina l’acquisto di armi cinesi da parte della Serbia sarebbe stato considerato uno smacco per la Russia e, molto probabilmente, lo è ancora.

Per quanto riguarda le forniture iraniane, come si suol dire, peggio che andar di notte. Quando devi chiedere aiuti militari all’Iran stritolato dalle sanzioni, probabilmente è ora di accantonare sogni imperiali e nostalgie zariste. Per giunta, secondo il Messaggero, al fine di mettere in sicurezza le linee di rifornimento in Siria la Russia sarebbe stata costretta a riprendere ivi le operazioni militari contro lo Stato Islamico.

Se c’è una buona notizia per il Cremlino, ecco, è il transito delle armi attraverso l’Iraq. Questo conferma quanto il Paese a maggioranza sciita sia scivolato nella sfera d’influenza iraniana, per effetto della disastrosa e inspiegabile guerra voluta dall’Amministrazione Bush nel 2003. Per aggiungere beffa a danno, quell’operazione militare è stata citata dalla Russia nella lettera ufficiale inviata alle Nazioni Unite per giustificare l’invasione dell’Ucraina.

Terrific!

Stan

Sull’ordinamento post-rivoluzionario del Movimento 5 Stelle

Mia cara Berenice,

un provvedimento cautelare con cui il Tribunale di Napoli ha sospeso l’elezione del Presidente del Movimento 5 Stelle, l’ex Presidente del Consiglio Prof. Avv. Conte, ha riacceso i riflettori sull’ordinamento del Movimento, nato da un curioso impasto di e-democracy e segretezza carbonara.

Quando vivevo ancora nelle Venezie, ai tempi eroici dell’organizzazione, un amico mi portò a una locale riunione sezionale, nel loro linguaggio Meet Up, dal nome della piattaforma informatica utilizzata. Il capocellula spiegò che, per iscriversi, bisognava collegarsi al sito del Movimento a tarda notte, all’interno di una ristrettissima finestra oraria, “per evitare infiltrazioni”.

Erano i tempi in l’organizzazione si definiva una “non associazione” retta da un “Non Statuto”. Oggi, viceversa, il Movimento si dichiara (o confessa) Associazione e sul sito istituzionale si trovano solo un vecchio Statuto e uno nuovo in vigore dal 2021.

Chiunque sia in possesso di requisiti minimi (sostanzialmente la cittadinanza italiana o la residenza regolare in Italia) può iscriversi con modalità telematiche, senza pagare alcuna quota.

Gli iscritti formano collettivamente l’Assemblea che esprime la sua volontà tramite votazioni telematiche che, potendo essere più ricorrenti di quelle fisiche, dovrebbero informare il Movimento al paradigma della democrazia diretta: qualcosa di simile al governo assembleare adottato, per breve tempo, nella Francia post-rivoluzionaria.

Per breve tempo, appunto. Proseguendo nella lettura, si scopre che quasi sempre l’Assemblea delibera su proposta del Presidente (o, teoricamente, di un terzo degli iscritti). Sempre il Presidente “è l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico del MoVimento 5 Stelle”. Viene eletto dall’Assemblea, certo, ma non può essere sfiduciato da quest’ultima. Proseguendo con l’analogia della Francia post-rivoluzionaria, ecco quindi la Convenzione Nazionale sciogliersi e lasciare il posto a un Primo Console.

A differenza di quanto avvenuto oltralpe, tuttavia, il Primo Console è destinato a non diventare Imperatore, perché su di lui incombe l’ombra di un’altra figura, il Garante. Eletto a vita, non sfiduciabile da parte dell’Assemblea, il Garante “è il custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle e in tale spirito esercita con imparzialità, indipendenza e autorevolezza le prerogative riconosciute dallo Statuto […] ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto”. Può, lui sì, sfiduciare il Presidente.

Emerge così in modo evidente l’analogia con un altro ordinamento post-rivoluzionario, quello iraniano, in cui il Leader eletto a vita vigila sul rispetto del diritto islamico da parte degli altri organi costituzionali (Presidente, Assemblea Consultiva Islamica, etc.).

Hasta siempre.

Stan