Strati di sporco

Mia cara Berenice,

oggi piove e, per quanto il brutto tempo annoi presto, bisogna gioirne. Non è tanto una questione di siccità, che sembra colpire più il Nord che il Mezzogiorno, in una curiosa inversione termica, benché sia ambientato proprio a Roma il recente film “Siccità” (Italia, 2022) di Paolo Virzì.

L’acqua non disseta solamente: lava, pulisce, purifica.

L’amore non deve accecare, ma rendere la vista più chiara, e la mia Roma è costantemente coperta di una onnipresente pellicola scura, meticolosamente tirata su ogni superficie. Saranno lo smog, il traffico e l’inquinamento, sarà questo clima secco e arido – o almeno così pare a me, venendo dall’umido Nord.

Certo, le difficoltà che da anni affliggono il governo cittadino non aiutano, così come non aiuta la bizzarra abitudine locale di movimentare i fine settimana dando fuoco ai cassonetti.

Quando il cielo è grigio, la pellicola cui ti accennavo si fonde con esso, conferendo alla città l’apparenza di un pretenzioso, triste fumetto di periferia. Fa spiccare il biancore delle cartacce sparse ovunque. Se i marciapiedi conservano, a tratti, un aspetto passabile, bisogna ringraziare l’iniziativa privata dei titolari degli esercizi, fortunatamente fittissimi qui a Monteverde.

La nuova Amministrazione ha portato alcuni oggettivi miglioramenti nella raccolta dei rifiuti, forse anche grazie alla riapertura della discarica di Malagrotta, ma non basta ancora, i parametri di una capitale europea restano lontanissimi, una Fata Morgana baluginante all’orizzonte, come la Cordova di Federico Garcia Lorca. Confidiamo nel Giubileo che l’Autorità ecclesiastica ha fissato per il 2025 dedicandolo alla Speranza. In seno all’Ufficio del Primo Ministro è stato nominato un apposito Commissario Straordinario, che è poi il Sindaco, come è prassi in questi casi.

Oremus.

Stan

Pregando per il Giubileo

Mia cara Berenice,

come penso tu già sappia – magari tua madre è già membro di qualche Comitato dell’Arcidiocesi -, nel 2025 si celebrerà il prossimo Giubileo indetto dalla Santa Sede, atteso con ardente speranza dai romani cattolici, agnostici, atei e perfino mangiapreti: la speranza, cioè, che le Istituzioni compiano qualche investimento infrastrutturale sulla loro martoriata capitale.

Tutto ruoterà prevedibilmente intorno al Comune, dato che il Sindaco sarà anche Commissario Straordinario del Governo; in seno all’Assemblea Capitolina è già stata costituita un’apposita Commissione Speciale, alle dipendenze della Giunta un apposito Ufficio Contabile.

Braccio operativo del Commissariato, tuttavia, dovrebbe essere la società pubblica Giubileo 2025, interamente controllata dal Tesoro. I soldi verranno in parte dal bilancio dello Stato, in parte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“Recovery”); appunto a valere su quest’ultimo, Commissariato e Ministero del Turismo hanno già annunciato interventi per mezzo miliardo.

E la Santa Sede? Ci mette l’indulgenza plenaria, come da tradizione, e il logo, scelto dalla Curia Romana a seguito di un concorso internazionale.

Ti sembra poco? In realtà il logo ha già fatto indignare un partitino ultraconservatore minuscolo ma rumoroso, che l’ha trovato troppo in odore di gay pride.

Insomma, abbiamo già il primo miracolo.

Un compunto saluto.

Stan