Lieto fine

Mia cara Berenice,

oggi è il 2 giugno: in Italia, Festa della Repubblica.

Ne “I promessi sposi”, il Manzoni descrive la Divina Provvidenza come quella forza che può fare finire bene ciò che era cominciato male: ad esempio, una monacazione forzata può regalare al mondo una Santa.

Così è, in fondo, per la Repubblica Italiana.

In principio, essa spezza una dinastia che, nel bene e nel male, aveva fatto l’Italia.

Viene proclamata a seguito di un referendum vinto di stretta misura o, secondo alcuni, non vinto affatto.

Si traduce in un esilio degli eredi maschi di Casa Savoia forse anacronistico, arbitrario e sproporzionato, infatti oggi revocato.

Priva un Paese diviso e lacerato di una Suprema Magistratura apolitica che ha mostrato, in altri Paesi europei, di coniugare magistralmente democrazia e mantenimento dell’unità nazionale.

Nonostante queste fosche premesse, la Repubblica non può che considerarsi, a tutti gli effetti, un successo.

Essa e il suo Presidente sono rispettati e amati da un popolo solitamente poco attaccato alle Istituzioni.

In Parlamento non esiste più un partito monarchico e la probabilità che torni un Trono, già esclusa giuridicamente dalla Costituzione, è politicamente nulla.

Insomma, si può essere ottimisti: perfino in Italia.

Un festoso saluto.

Stan

La festa di pensionamento

Mia cara Berenice,

oggi, nel Ministero semivuoto, si terrà una festa di pensionamento: la vita va avanti, anche con i collocamenti a riposo.

Si tratta della collega che occupa l’ufficio proprio di fronte al mio, una Preside comandata in servizio presso il Ministero, distintissima, per me è un tailleur a quadretti e una spilla con cammeo, una ballerina che si affaccia, a passo di danza, alla mia porta per chiedere qualche parere legale.

Dalla danza al parere pro veritate… vedi come la piuma della leggiadria, fin troppo spesso, si rapprende in una pietra e si schianta a terra, fino a scheggiare le vetuste piastrelle del pavimento ministeriale, con un colpo secco e sordo che fa trasalire gli insonnoliti funzionari.

Sopraggiunge, spingendo forsennatamente il suo cartellino, l’addetto al piano, nella sua uniforme rosso pomodoro.

“Che succede?” Ci incalza. “Avete spezzato una piastrella? Ora devo chiamare il Consegnatario! Ora sono affari vostri”.

La festa, sobria e sparuta come pandemia impone, si terrà – credo – nella sala riunioni dell’ufficio. Un’altra vulcanica collega, rispondente al topos narrativo dell’organizzatrice di eventi aziendali, ha predisposto addobbi dal sapore cabalistico e preso accordi con la Dirigente.

Il tutto salvaguardando l’effetto sorpresa, come per l’offensiva delle Ardenne o, se è per questo, lo sbarco in Normandia.

Un marziale saluto.

Stan