Mia cara Berenice,
anche se la circostanza è relativamente poco nota, Roma ha un rapporto particolare con l’Epifania.
In Piazza Navona si tiene una festa della Befana di antichissima tradizione, benché ultimamente criticata per le concessioni poco trasparenti e la scarsa qualità dell’evento.
In Piazza San Pietro arrivano, con gran pompa, i Re Magi. È avvenuto anche quest’anno, nonostante si fossero appena tenute le esequie di Papa Benedetto XVI.
La città era fittissimamente affollata, tanto da ricordare certe colline venete terrazzate a vigneto, sostituiti ai tralci turisti e locali. I vigili urbani, dispiegati in forze, si sbracciavano e fischiavano disperatamente. In via della Conciliazione hanno improvvisato una roulette russa incuneando un corteo di auto in uno di sbandieratori di ritorno dalla piazza.
Alle spalle di Campo de’ Fiori, i due ottuagenari gestori di un bar in cui il tempo si era fermato vivevano una seconda giovinezza spiattellando sul bancone di metallo lucido caffè, cappuccini e bevande da asporto.
Altrove, un cassiere mi ha rivolto un sorriso riconoscente sentendomi parlare in italiano. Un gesto che mi ha riportato alle vacanze estive della mia infanzia, quando la Riviera Adriatica parlava tedesco.
Code si snodavano di fronte agli esercizi commerciali più improbabili. In Piazza Navona, la bancarella che serviva panini con la porchetta sembrava beneficiare di una nettissima preferenza del pubblico.
Una spazzata.
Stan