Lettere a Vienna

Un epistolario

Menu

Vai al contenuto
  • Home
  • Cos’è Lettere a Vienna
  • Archivio lettere

Archivi tag: dialogo

Marine contro

Mia cara Berenice,

ho installato sul cellulare un videogioco che prometteva di essere il solito sparatutto zombie… pare che, nell’universo videoludico, non si possa sparare ad altri che agli zombie, bisognerà indagare su questa autentica ossessione della civiltà occidentale.

Avviatolo per la prima volta – qualche settimana dopo l’installazione, devo dire -, con mio grande stupore la schermata inziale ritraeva il solito marine alle prese con un diavolo rosso, cornuto e armato di mitraglietta. Sono rimasto interdetto: come mai questa imperdonabile variazione sul tema?

Mi è venuto in soccorso il filmato introduttivo in cui Dio, stanco della malvagità urbana, abbandona il mondo al diavolo che, anziché spalancare il solito portale infernale rigurgitante demoni, fa risorgere i morti, a sterminio dei vivi. Tutto chiaro, dunque? No, niente affatto. Perché nel gioco, oltre agli zombie, si incontrano anche dei militari perfettamente sani e rosei, e pure questi ultimi ti sparano addosso.

Perché? Il Governo ha ordinato loro di sopprimere ogni prova dell’apocalisse, come nel ben più famoso videogioco “Half Life”? A causa del collasso del suddetto Governo, sono diventati essi stessi dei senza legge?

Mi sono immaginato i due soliti marine. Futuristici, ma non troppo. Armatura a placche, visori, puntatori laser, qualche accenno di esoscheletro. Si sono barricati nell’ufficio devastato del solito laboratorio scientifico dove è successo “qualcosa”, si sono “perse le comunicazioni” e il loro comando li ha mandati a “indagare”. Accovacciati dietro a una scrivania rovesciata, si leccano le ferite, ricaricano i fucili d’assalto e ponderano la strategia da seguire.

“Dobbiamo fare rapporto in qualche modo, qualunque modo…”

“E che gli diciamo?”

“È evidente che il virus Hope si è diffuso in qualche modo fra il personale e ha trasformato parte del personale in zombie”.

“Zombie? Questi non mi sembrano zombie…”

“Che ne sai tu di come è fatto uno zombie?”

“Be’, in effetti sono diversi in film diversi, ma questi sono rossi come la conserva di pomodori che faceva mia nonna”.

“Tua nonna faceva la conserva di pomodori?”

“Era italiana”.

“Non me l’hai mai detto”.

“Be’, non pensavo ti interessasse”.

“Ma non hai un cognome italiano”.

“Mio nonno era polacco”.

“Ah, ok. Doveva essere buona”.

“Non ne hai idea… ma tornando a questi cosi… sono rossi e hanno le corna”.

“Va bene, che cambia? Che scriveresti nel rapporto, se non ‘zombie’?”

“Uhm…”

“Lo vedi?”

“Umani Mutanti Non Identificati?”

“Umani Mutanti Non Identificati? Vuoi che ci mandino davanti alla Corte Marziale?”

“D’accordo, chiamiamoli zombie, però specifichiamo che sono rossi e non verdi”.

“Ok, ok”.

“E hanno le corna”.

“Sì, ok, le corna! Sei contento, adesso?”

“Un’altra cosa: perché anche quelli non ‘zombificati’ ci attaccano?”

“In che senso?”

“Dico, anche quelli che non sono rossi con le corna provano ad ammazzarci”.

“Magari sono… tipo… come si diceva, ai tempi del covid?”

“Non so cosa intendi… non ti so aiutare…”

“Asintomatici”.

“Non sono asintomatici, perché hanno un irrazionale istinto omicida”.

” ‘Irrazionale istinto omicida’… a me sembrano lucidi. Quella guardia giurata mirava benissimo. Magari è una loro libera scelta provare a farci fuori”.

“Ma perché? Siamo qui per salvarli… dagli altri”.

“In realtà, se ci pensi, non abbiamo questo incarico. Abbiamo l’incarico di indagare e riferire. Magari, quando avremo fatto rapporto, il Governo farà saltare tutto con loro dentro”.

“Certo. Hai ragione. Non ci avevo pensato”.

In quella, un’impiegata si fa strada goffamente e animosamente tra i mobili da ufficio e carica i due marine armata di spillatrice. Il più vicino dei due soldati punta il fucile d’assalto e le spara in petto a bruciapelo, tagliandola praticamente in due.

“Per fortuna, sono meno pericolosi degli zombie”.

“Non lo so… quella guardia giurata…”

“Quante potranno essercene?”

“Non ne ho idea”.

“Dobbiamo fare rapporto”.

“Sì, dobbiamo fare rapporto”.

Un ispirato saluto.

Stan

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...
07/04/2021Marco Casagrande dialogo, sparatutto, videogioco, zombie Lascia un commento

Dialogo

Mia cara Berenice,

il sole violento tipico della primavera romana si riversa sulla casa e spero possa rallegrare gli animi anche di chi, a differenza mia, è sprovvisto di giardino.

Come una sirena sdraiata sulle piastrelle calde, mi invita sotto il limone a leggere, tentandomi all’abbandono del portatile, sul tavolino della cucina-soggiorno-sala da pranzo, e dei miei doveri.

No, non posso portare il portatile fuori.

Sì, c’è un tavolo fuori con quattro sedie di ferro battuto, esattamente come ricordi, ma non amo lavorare al computer en plein air.

D’altronde, in soggiorno apro la portafinestra sul giardino e la finestra sul giardino condominiale ed è come essere sotto un gazebo.

Molto divertente, cara. No, non prendo il sole come una lucertola, allungato sulla sedia a sdraio. Mi trattengo sotto l’ombra del limone e sulla sedia a sdraio, opportunamente reclinata, leggo. Ho per le mani un’eccellente monografia di Pier Giusto Jaeger sull’assedio di Gaeta, acquistata a una bancarella di via Arenula negli ultimi giorni prima della quarantena.

Ero piuttosto in ansia per la mia provvista di libri, ma le edicole sono ancora aperte e sto acquistando i supplementi letterari al Sole 24 Ore.

Sì, ho terminato la traduzione del manuale sulla dieta chetogenica. No, ho cambiato idea sull’opportunità di lanciarmi nelle traduzioni letterarie; ti spiegherò meglio a voce. Più in generale, prevedo di ridurre il livello di traduzioni, questa settimana mi ha piuttosto estenuato e voglio dedicare più tempo allo studio, in autunno – coronavirus permettendo – prevedo un’iliade di concorsi.

Certo che potrei cambiare nuovamente idea domani, ma questo è oggi, la pandemia dovrebbe averti insegnato a cogliere l’attimo. Del resto, la mia mancanza di pianificazione è pura e semplice apparenza: a lungo termine, come l’errore statistico si compensa, il mio raffinato disegno si dipana in un machiavellico merletto.

Non c’è nulla da ridere.

Goditi i 3 gradi di Vienna.

Certo che la massima è di 22 gradi, ma la minima è di 3.

Una bella escursione.

Goditela, dunque.

Stan

Condividi:

  • Twitter
  • Facebook

Mi piace:

Mi piace Caricamento...
08/04/2020Marco Casagrande dialogo, epistolario, lettera, letteratura Lascia un commento

Le ultime lettere

  • Alberghi infestati 31/03/2023
  • Salotto romano 29/03/2023
  • Inversione termica 27/03/2023
  • Le età della vita 25/03/2023
  • All in 23/03/2023

L’archivio delle lettere

Cerca fra le lettere

Blog su WordPress.com.
  • Segui Siti che segui
    • Lettere a Vienna
    • Segui assieme ad altri 32 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Lettere a Vienna
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: