L’arte provinciale della noia

Mia cara Berenice,

mentre Europa si aggrappa allo scoglio per sfuggire non a Zeus o a Poseidone, ma alla seconda ondata del Covid, in Italia si evitano soprattutto gli sbadigli.

Come riportato nella mia ultima, ieri e oggi si votava, ma l’esito è ormai noto, nessuna sorpresa.

Nemmeno un esodo di scrutatori, nemmeno una bassa affluenza per via del virus, nulla di nulla.

I parlamentari verranno tagliati, come è ovvio.

Tre Governatorati andranno alla destra, tre alla sinistra. Tra questi ultimi la Toscana, storica roccaforte per la quale si ipotizzava, dopo decenni, un passaggio a destra.

Nulla.

Niente.

Nisba.

Zero.

0 in numeri arabi.

Gli esponenti di tutti i partiti sono moderatamente soddisfatti del risultato, tutti nelle pieghe delle scrutinio rinvengono frammenti incoraggianti.

Berlusconi – grazie al cielo – è guarito dal covid. Nemmeno il virus – grazie al cielo – sembra intenzionato a fare sfracelli, mentre si accanisce su Francia e Spagna.

I nostri ultimi Robespierre sono i Pubblici Ministeri che, negli ormai lontani anni ’90, inviarono nugoli di volanti a effettuare arresti a tappeto. Pochissimi hanno pagato davvero, per tutti. Di certo, la corruzione non è mai stata esterpata.

Oggi non abbiamo più primi attori in cerone e toga, ma un watchdog, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, istituita in ottemperanza alla Convenzione ONU di Merida, con le sue linee guida e la sua moral suasion.

Uno smascellato saluto.

Stan