Milites gloriosi

Mia cara Berenice,

il caldo estivo, a quanto pare, eccita il machismo grottesco.

Da settimane ormai il Prof. Avv. Conte, già Presidente del Consiglio e attuale Capo Politico del Movimento 5 Stelle, notifica ultimatum al Governo. Non ha ottenuto nulla, se non una certa dose di ridicolo e una scissione, guidata dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Oggi, il Presidente della Duma o di una sua Camera ha minacciato la riannessione dell’Alaska, regolarmente venduta dalla Russia agli Stati Uniti nel XIX secolo.

Infine, non vedo traccia del drastico calo delle temperature promesso dai meteorologi, che ormai rivaleggiano con virologi ed esperti di strategia militare e geopolitica.

Troppa vanagloria alla Kadyrov. È come se io proclamassi di voler prendere la situazione in mano e affrontare finalmente tua madre.

Un umilissimo saluto.

Stan

Per chi suona la campanella

Mia cara Berenice,

da un poco, ormai, te lo vado dicendo. I vaccini sono arrivati, la ricreazione è finita. Nel male, più che nel bene.

Tornano ad affacciarsi l’austerità a Bruxelles, le crisi di governo a Roma. Così la campanella di fine ricreazione si rattrappisce, si riveste d’argento e diventa il campanello tradizionalmente utilizzato dal Capo del Governo italiano per dirigere le sedute del Consiglio dei Ministri, campanello che viene passato, insieme alle consegne, al successore appena entrato in carica, in una cerimonia a favore di telecamere.

Le crisi di governo sono una vera tradizione italiana. Il Regno d’Italia ne conobbe innumerevoli, finché non venne il fascismo; e perfino il Duce, che aveva sciolto la Camera dei Deputati, riuscì a farsi sfiduciare dal suo stesso Gran Consiglio del Fascismo.

Durante la Prima Repubblica, la crisi era una condizione permanente, oltreché dello spirito.

La Seconda Repubblica, complici il sistema elettorale maggioritario, la scomparsa del centro e il personalismo di Berlusconi, portò una qualche misura di stabilità, non tanto però da rompere nettamente con la prassi consolidata.

Oggi è la piccola formazione politica dell’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nata per scissione dal Partito Democratico, a minacciare di far cadere il Governo Conte. Le intemperanze di Renzi, per quanto frequenti, vanno prese sul serio per almeno due motivi. I voti dei senatori renziani sono necessari perché la maggioranza regga nella Camera alta. Inoltre, Renzi è un eccellente cacciatore di Primi Ministri, tanto da avere già nel suo carniere il Prof. Enrico Letta, signorilmente ritiratosi a Parigi.

Perdonami perciò, mia cara, se stasera non è a te che rivolgo il mio saluto.

Ave, Renze, morituri te salutant.

Stan

Stati Generali in sessione permanente

Mia cara Berenice,

mentre ti scrivo, il Presidente del Consiglio Prof. Conte sta intervenendo agli Stati Generali.

Tu dirai: di nuovo?

Non hai torto, la stessa cosa era già avvenuta in giugno, e te ne avevo parlato diffusamente nelle mie.

In quell’occasione, però, si trattava di un evento istituzionale in presenza, organizzato dal Governo per delineare – piuttosto ottimisticamente – il post pandemia.

Gli Stati Generali odierni, viceversa, sono un evento di partito organizzato dal Movimento 5 Stelle, di cui il Presidente Conte – si sarebbe detto nella Prima Repubblica – fa parte come indipendente.

Parafrasando il perpetuo Serafino ne “In nome del Papa Re” (Italia, 1977), “cosa sarà tutta ‘sta smania di organizzare Stati Generali?” Dopotutto, gli originali non finirono benissimo, per chi ebbe l’idea di convocarli. Re Luigi XVI di Francia, applaudito alla sessione inaugurale nel 1789, finì sulla ghigliottina nel 1793.

Eppure, a certi precedenti, il Presidente Conte dovrebbe essere sensibile, di questi tempi. Le restrizioni dovute all’emergenza colpiscono durissimamente l’economia, soprattutto quella informale dominante nel Mezzogiorno. Il Paese sobbolle, anche se la pentola a pressione non fischia ancora.

Il Governo ne è ben conscio, tanto che temporeggia nel disporre il confinamento: zone gialle, zone arancioni, zone rosse. In queste ultime, di fatto, si applica già il regime di questa primavera.

Si contano i giorni prima delle festività natalizie, non si vogliono inibire del tutto compere e ricorrenze, ma si teme una terza ondata nei mesi invernali veramente critici, gennaio e febbraio.

Un fardello pesante, per un Presidente del Consiglio “cascato da Dio”, come scriveva Giuseppe Giusti.

Un guardingo saluto.

Stan

Gli Stati Generali

Mia cara Berenice,

sono stupito che tu mi chieda notizie degli Stati Generali convocati dal Presidente del Consiglio dei Ministri, ero convinto che la stampa austriaca e mitteleuropea in generale avesse dato il più ampio risalto all’evento.

Il nome ufficiale di quest’ultimo – credo sconosciuto ai più – è “Progettiamo il Rilancio”, corredato da apposito logo, e si tratta di una “serie di incontri del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con rappresentanti delle Istituzioni e delle Parti sociali, per un confronto sui progetti di rilancio del Paese”.

Nella prima giornata di lavori di ieri sono intervenuti il Presidente del Parlamento Europeo, la Presidente della Commissione Europea, il Commissario Europeo all’Economia, la Presidente della Banca Centrale Europea, il Presidente del Consiglio Europeo, il Governatore della Banca d’Italia, il Segretario Generale dell’OCSE e la Direttrice Operativa del Fondo Monetario Internazionale. Se ne deduce che, in qualche modo, si è parlato di soldi.

Oggi è stata la volta di Presidente del Consiglio, Presidente del Comitato Colao (quello nominato per pianificare la Fase 2 e le successive), sindacati (compreso quello dei giornalisti), Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Associazione Nazionale Comuni Italiani e Unione delle Province d’Italia.

Ignoro perché come sede sia stata scelta proprio Villa Pamphili, generalmente non utilizzata per eventi ufficiali.

Non ho potuto, ovviamente, esimermi dal fare un giretto innocente ieri. Il palazzo sembrava deserto, fatta eccezione per qualche finestra aperta. Nessuno nel sontuoso giardino. Pochi giornalisti, qualche camionetta della polizia gettata fra i cespugli. Una signora portava a passeggio un maiale. L’atmosfera era fortemente sorrentiniana.

Molti dicono che il Presidente del Consiglio Conte, come si suol dire in Italia, non mangerà il panettone, cioè non arriverà a Natale. Convocare gli Stati Generali è stato forse, da parte sua, un estremo atto scaramantico.

Un apotropaico saluto.

Stan