Mia cara Berenice,
a me e ai miei amici romani piace visitare mostre e anticaglie.
Qualche giorno fa, sulla nostra chat, è stata lanciata la proposta di organizzare una trasferta a Milano per visitare un’esposizione alla Fondazione Prada di cui si dicono grandi cose; in particolare, ci sarebbero spettacolari ricostruzioni, tra cui una del Colosso di Costantino.
Andare a vedere il Colosso di Costantino. Da Roma. A Milano.
Certo, non mi sfugge che città come Milano e Ravenna hanno avuto un ruolo chiave nel Tardo Impero, quando Roma ormai non era più la capitale o lo era solo de jure.
Eppure, questo continuo primeggiare di Milano si va facendo insistente. Hanno appena inaugurato una nuova linea della Metro, quando Roma ne ha solo due e mezza e fatica a trovare i soldi per prolungare la Linea C fino al Colosseo e a Piazza Venezia.
Se Roma ha i Ministeri, le Autorità e il Parastato, Milano ha le multinazionali, gli studi legali internazionali, le società di revisione, i grattacieli scintillanti, Piazza Gae Aulenti.
Roma ha i marmi, Milano ha il design.
Roma ha gli eventi mondani con notabili e cardinali appesantiti, Milano le modelle che schizzano velocissime sulle passerelle.
Milano produce il PIL, Roma lo inghiotte.
A Roma si mangia la carbonara, a Milano il finger food.
A Milano la Borsa, i maggiori club calcistici, Regione Lombardia in Palazzo Lombardia,
A Roma, anzi in Vaticano, il Papa con le Guardie Svizzere e la paccottiglia per turisti, a Milano il Duomo e l’Arcidiocesi, così importante da avere un proprio rito liturgico. A Roma l’Opus Dei, a Milano Comunione e Liberazione.
A Roma l’Italia da cartolina, a Milano quella dei plastici e dei modelli industriali.
Luoghi comuni? Appunto per questo pericolosi.
Sana dicotomia? Può darsi… ma anche Vienna ci provò con Budapest e non finì benissimo…
Un saluto ministeriale.
Stan