Grandi imprese pontificie

Mia cara Berenice,

ai giorni nostri il Pontefice, dismessi sedia gestatoria e triregno, tende ad assecondare i gusti del tempo presentandosi in modo informale, compatibilmente con il suo alto ufficio.

Tipico esponente di questo stile comunicativo è il Pontefice regnante che si è stabilito nella Residenza di Santa Marta, anziché nei Sacri Appartamenti o Sacre Stanze.

Secoli fa, i Pontefici avevano un aspetto meno pacioso, anche perché il potere temporale imponeva loro responsabilità politiche e militari, cui di solito assolvevano mediante la corrispondenza diplomatica e gli intrighi, muovendosi su una scacchiera in cui incrociavano Imperatori, Re, Repubbliche, Signorie e capitani di ventura.

Papa San Leone Magno affrontò personalmente Attila, scongiurandone la calata su Roma – probabilmente con l’ausilio di altri fattori favorevoli, certamente della fortuna. Altri Pontefici, più modestamente, sono sfuggiti ai saccheggi o alla stessa popolazione romana inferocita. Papa Giovanni Paolo II, come tutti ricordano, è sopravvissuto a una pallottola.

Nessuno, però, ha mai corso i rischi dell’attuale Pontefice Francesco che ha osato riprendere aspramente una donna rea di avergli chiesto una benedizione per il suo cane, per giunta vantandosi dell’intemerata agli Stati Generali della Natalità. La furia indignata degli animalisti fa più paura di Attila, oltretutto sprovvisto di Internet.

Un filiale e preoccupato saluto.

Stan