Danza moderna

Mia cara Berenice,

mi dispiace che i balletti di Vienna stiano deludendo così cocentemente te e tua madre: se non andrete nemmeno a vedere “Lo schiaccianoci” sotto Natale, la situazione dev’essere davvero tragica.

La diagnosi della signorina Kohary in proposito è affascinante. Corpi di ballo infiltrati da giovani influencer uscite dai reality show: un tale cliché che si stenta a crederci.

Si può facilmente immaginare un giallo che esordisce nello stile più classico, con un’ambientazione nel Teatro dell’Opera di qualche grande capitale europea. La giovane prima ballerina-influencer viene assassinata sul palco. I sospetti si appuntano immediatamente sulla sua assistente, un’ex ballerina della vecchia scuola esasperata dai suoi capricci, costretta talvolta perfino a sostituirla in scena. Giorno dopo giorno dopo giorno, la vede sommersa di applausi e “Mi piace” sulle reti sociali, attenzioni del pubblico e della stampa, nonostante abbia una tecnica discutibile e un’espressione artistica addirittura inesistente; il tutto, senza un briciola dei sacrifici fatti da lei, l’assistente, in cambio di una rispettata e dignitosa oscurità.

I fanatici, urlanti follower e fan della giovanissima influencer morta escono dal loro bagno di dolore e autoannientamento ululanti e catramosi reclamando un capro espiatorio. Nonostante l’enorme pressione, la polizia e il magistrato non hanno elementi sufficienti per arrestare l’assistente, così, al termine di una maratona sfibrante di interrogatori, la pongono davanti a un aut aut: se non confessa e si addossa la colpa, la furibonda campagna di boicottaggio intrapresa dai follower finirà col far chiudere il Teatro. Il suo amato, storico Teatro.

L’assistente, lo sguardo abbassato sulle mani giunte come in preghiera tra le cosce, riflette se la sua esistenza votata all’impegno e al sacrificio sia destinata a trovare coronamento in quel modo, con la firma in calce a una confessione. Ripensa alla sua interpretazione giovanile di qualche personaggio offerto in sacrificio, potrebbe essere la fanciulla de “La sagra della primavera” di Stravinskij. Ecco, in un lampo di memoria, il momento culminante della scena e… dissolvenza. Titoli di coda. Finale aperto.

Che te ne pare? Io dico che sarebbe un discreto successo.

Un compiaciuto saluto.

Stan

Simone

Mia cara Berenice,

Simone è un nome importante, un nome di peso.

Simone era il nome originario di San Pietro Apostolo, considerato dalla Chiesa Cattolica il primo dei Pontefici.

Simon Says, nei Paesi anglosassoni, è un gioco per bambini in cui gli ordini di Simone sono legge.

Nel glorioso ’68, ne venne ricavata una canzone dei 1910 Fruitgum Company, seguita a ruota dalla cover italiana “Il ballo di Simone” di Giuliano e i Notturni.

La magia di Simone rimane viva e scintillante come un fuoco fatuo, nei tempi e nei luoghi più impensati, nei contesti – come direbbe un copywriter – dell’urbanesimo contemporaneo.

L’altra sera, per esempio, mi trovavo a bordo della navetta sostitutiva del Tram 8, messa in campo dal Comune a causa di lavori di asfaltatura e rifacimento dei binari che si protrarranno fino al termine del mese.

Tre ragazze erano sedute a triangolo e, benché sia la distanza tra i sedili, sia le mascherine FFP2 scoraggiassero la conversazione, una di loro non si è potuta esimere dal gridare: “Mi chi è Simone?”

“Non saprei,” ha risposto la prima, mentre la seconda si è limitata ad abbozzare con il mento un gesto di ignoranza.

“Perché Elisa ha scritto: Simone mi scrive sempre cose carine… ma si sta sentendo con uno?”

“Non saprei,” ha ripetuto la prima, mentre la seconda si è limitata a increspare la fronte e sollevare leggermente il capo, in segno di ignoranza.

“No, perché se anche lei si sta sentendo con uno, io mi suicido!”

L’autobus ha proseguito la sua corsa, risalendo con l’agilità guizzante di una capra (o di una carpa) il declivio che conduce a Monteverde Nuovo, leggero e semivuoto com’era. La città è parzialmente svuotata dall’ondata di virus, dalle quarantene scolastiche e dal lavoro agile, e così, una volta tanto, l’Azienda Municipalizzata è riuscita a provvedere a un servizio di navette sostitutive adeguato, in cui talvolta il tram è sostituito da due autobus che si inseguono e giocano a rimpiattino.

Sul colmo, la temperatura della limpida giornata invernale si era bruscamente abbassata e le lucine del bar sotto il gazebo del parco brillavano nell’oscurità.

Butta in aria le mani e poi lasciale andar!

Stan