Riunione del Politburo

Mia cara Berenice,

non ho mai visto la serie “L’uomo nell’alto castello”, pur avendo letto e apprezzato il romando di Philip K. Dick da cui è tratta. Tuttavia, grazie agli spezzoni di YouTube, so che prevede scene in cui i nazisti si riuniscono e pianificano di muovere guerra al Giappone o alla Costa Occidentale dei disciolti Stati Uniti.

Personalmente, mi preoccupa l’eventualità di una riunione del Politburo – o della Commissione Militare Centrale – cinese, in cui un generale, un ministro o un apparatčik potrebbero relazionare, pressappoco, nei termini seguenti.

“Compagni, come probabilmente già saprete, gli Stati Uniti d’America non hanno ancora proclamato il loro nuovo Presidente. Il Capo dello Stato uscente, del resto, non sembra intenzionato a riconoscere il risultato delle elezioni e potrebbe scatenare una lunga battaglia legale. Incidentemente, è riuscito in extremis a nominare alla Corte Suprema una giudice repubblicana, che potrebbe essere l’ago della bilancia.”

“Nel frattempo, la pandemia rimane completamente fuori controllo in tutto il Paese, così come nell’intera Europa occidentale. Compagni! È giunto il momento di vendicare le umiliazioni che l’Occidente imperialista ha inflitto alla nostra Madrepatria nel diciannovesimo e ventesimo secolo!”

Ovviamente, seguirebbero dei dettagli tecnici che io non posso conoscere, ma in una mia precedente, come spero ricorderai, avevo già tratteggiato lo scenario di una riconquista cinese di Formosa.

Probabilmente non si arriverà a questo, ma certo stiamo sventolando, davanti alle froge del toro cinese, uno spagnolesco drappo rosso.

Un pensoso saluto.

Stan

POTUS

Mia cara Berenice,

in questi tempi tristi, il Presidente degli Stati Uniti è ormai noto con l’acronimo/hashtag POTUS-President of the United States.

POTUS… non sembra un animale, un lemure? Riesci a immaginare una zampa pelosa e ungulata premere il pulsante nucleare o sollevare il telefono rosso per contattare il Cremlino?

Sarà questa immagine grottesca, forse, che mi impedisce di provare un reale interesse per le elezioni presidenziali in corso. Eppure, perfino qui nella vecchia Europa, sembrano tutti elettrizzati.

Sul mio feed di Instagram, attrici e modelle sono scatenate, mai vista tanta bruciante passione politica dagli anni ’60 almeno.

Ho perfino letto consigli su come gestire l'”ansia da elezioni” che avrebbe contagiato molti. Del resto, formularli quest’anno non deve essere stato difficile, è sufficiente riciclare quelli diramati per l’ansia da pandemia.

Tornando a quella da elezioni, chi ne è affetto è destinato a soffrire molto, perché, mi pare di capire, ci vorrà tempo prima di sapere il risultato. Ricordo ancora le presidenziali del 2000, quando riconteggi e ricorsi parevano non finire mai.

Quasi mi dispiace non provare alcuna fascinazione per questo carnevale di New Orleans, sarebbe un diversivo a quarantene, confinamenti e coprifuoco che si rincorrono in Europa.

Una bella sfilata a suon di fiori e ottoni, con l’Air Force One, la Casa Bianca, i marine, gli uomini in giacca e cravatta del Servizio Segreto, la limousine blindata, lo stemma con l’aquila, lo Studio Ovale, il bunker sotterraneo, i palchi imbandierati dei comizi.

Un po’ come nel racconto “I funerali della Mamá Grande” di Gabriel García Márquez, in cui la morente detta “al notaio l’elenco del suo patrimonio invisibile: la ricchezza del sottosuolo, le acque territoriali, i colori della bandiera, la sovranità nazionale, i partiti tradizionali, i diritti dell’uomo, le libertà cittadine, il primo magistrato, la seconda istanza, il terzo dibattito, le lettere di raccomandazione, le constatazioni storiche, le elezioni libere, le regine di bellezza, i discorsi trascendentali, le grandiose manifestazioni, le distinte signorine, i signori educati, i puntigliosi militari, sua signoria illustrissima, la corte suprema di giustizia, gli articoli di importazione proibita, le signore liberali, il problema della carne, la purezza della lingua, gli esempi per il mondo, l’ordine giuridico, la stampa libera ma responsabile, le Atene sudamericane, l’opinione pubblica, gli insegnamenti democratici, la morale cristiana, la scarsità di divise, il diritto di asilo, il pericolo comunista, la nave dello stato, la carestia della vita, le tradizioni repubblicane, le classi bisognose, i messaggi di adesione”.

Ben altro livello rispetto al mio, da rabbrividire.

Un raffreddato saluto.

Stan