Il muro bianco

Mia cara Berenice,

nella zona giorno del mio appartamento, lo spazio tra il divano letto e il condizionatore era, fino a poco fa, occupato da un’enorme locandina di “Magic in the Moonlight” (USA-Francia, 2014), di Woody Allen, con Colin Firth ed Emma Stone.

Veniva dall’archivio del cinema di P., così come quelle appese in zona notte. Purtroppo, a differenza di queste ultime, era esposta alla corrente delle portafinestra sul giardino e ha finito con lo strapparsi.

Ora quindi, sul muro ci sono solo chiodi, una misteriosa escrescenza grigia che ho rimosso, aloni di nastro isolante e, verso sera, zanzare in nitida e minacciosa postura aliena.

Per colmare quel vuoto e per fair play nei confronti delle zanzare, troppo facili da individuare e schiacciare su tutto quel bianco, ho deciso di procurarmi una nuova locandina.

Avevo già individuato un negozio promettente in zona Campo de’ Fiori, quando sono stato inopinatamente colto da un’idea malsana: “Hai appena fatto, finalmente, l’abbonamento ad Amazon Prime, perché non vinci la tua atavica antipatia per i corrieri e provi a ordinare la locandina lì? Probabilmente, c’è anche più scelta”.

Non c’era affatto più scelta, dopo lungo peregrinare mi sono adattato a una banalissima locandina di “Kill Bill – Volume 1” (USA, 2003), oltretutto costosissima, addirittura un salasso assommando le spese di spedizione.

Con il corriere, al solito, non ci siamo intesi e oggi dovrò inerpicarmi sul Gianicolo per ritirare il pacco.

Il muro è ancora bianco, ma solo apparentemente. Lo percorre, invisibile eppure nettissima, l’enorme croce che ho di nuovo tracciato sugli acquisti online.

Un reazionario saluto.

Stan

La Regina delle Amazzoni

Mia cara Berenice,

secondo Insider (articolo di Shana Lebowitz del 5 luglio 2019), il nome di Amazon venne scelto perché iniziava per “A”, nonché in onore del Rio delle Amazzoni.

Nulla a che vedere, dunque, con le mitologiche guerriere amazzoni o Wonder Woman, loro regina, resa nuovamente popolare dall’attrice Gal Gadot… per ora, almeno, perché ho sentore che presto vedremo l’ex Miss Israele con il logo di Amazon in fronte.

In prima pagina sull’Huffington, un articolo di Giuseppe Colombo spiega: “Il 18 dicembre 2022 sarà il giorno della finale dei mondiali di calcio in Qatar. E sarà anche uno dei giorni in cui in tutto il mondo spenderà di più per comprare i regali di Natale su Internet. Tutto su Amazon”. Il colosso americano, infatti, si è aggiudicato i diritti sulla kermesse calcistica.

Inevitabilmente, questo mi ha riportato alla mente un episodio curioso verificatosi stamattina.

Mi trovavo al Ministero, il Direttore Generale aveva convocato una riunione in modalità ibrida. Chi volesse, poteva recarsi in sala conferenze, gli altri potevano assistere da remoto. Dopo aver cliccato sull’apposito link, il mio collega ha borbottato: “Ci deve essere un errore, qui si apre Amazon”. Nessun errore. Amazon si è dotata anche di una piattaforma per le videoconferenze, chiamata Chime.

Quale sarà il prossimo passo? Produrre auto elettriche? Fornire servizi di sicurezza in Africa e in Medio Oriente? Lanciare satelliti? Aprire una catena di fast food? Di ristoranti bio? Esplorare gli abissi oceanici? Riprendere la ricerca del Santo Graal e della pietra filosofale?

Un curioso saluto.

Stan