Venetian Blues

Mia cara Berenice,

in questi giorni Venezia è stata colpita dall’acqua alta.

L’acqua alta.

In giugno.

Subito dopo la grande ondata del virus.

Tu ricordi Venezia.

Tu sai quanto profondamente essa dipenda dal turismo.

Tu ricordi quei portali montati agli ingressi della Strada Nuova, quando il Comune studiava un modo per limitare l’afflusso.

Ora li convertiranno in termoscanner.

La pandemia ha colpito duramente anche il Casinò comunale, che era già in difficoltà.

In difficoltà.

Un casinò.

A Venezia.

Quelli di Las Vegas hanno appena riaperto e sono già pieni.

L’anno scorso, Venezia era stata colpita dall’acqua alta più grave e devastante da quella, leggendaria, del 1966.

La più grave e devastante.

Dal 1966.

Sempre il 2019 è stato un anno di incidenti che hanno coinvolto le grandi navi da crociera, una delle quali ha rischiato di speronare San Marco.

Ogni nave da crociera che transita per Venezia è preceduta e seguita da un rimorchiatore.

Ai comandi ci sono i piloti della locale Corporazione.

È come se Venezia fosse ancora avvolta dalla luce color cartone del crepuscolo del 1797.

Nel 1848, sull’onda dei Moti, l’antica Dominante si erse contro l’Impero Austriaco.

Assediata dalla terra e dal mare, fu costretta ad arrendersi nel 1849.

A quel corpo ululante di dolore il poeta Arnaldo Fusinaro, come una levatrice, strappò questi versi:

“Ma il vento sibila,
    Ma l’onda è scura,
    Ma tutta in gemito
    È la natura:
    Le corde stridono,
    La voce manca,
    Sul ponte sventola
    Bandiera bianca!”

Secondo le Serie Storiche del Comune di Venezia, dal 1951 al 2019 la popolazione della Venezia insulare è calata da 174.808 unità a 52.143.

Nel 2016, una farmacia ha installato in vetrina un contatore in tempo reale dello stillicidio.

Da 174.808 unità.

A 52.143.

A fine mese la rivedrò.

Stan