Mia cara Berenice,
il Pakistan è dilaniato dalle tensioni dopo l’arresto dell’ex Primo Ministro Imran Khan, ufficialmente per corruzione, secondo molti per aver pestato i piedi alle potentissime Forze Armate. La Corte Suprema ha ordinato il rilascio di Khan, ma solo perché il suo arresto è stato eseguito illegalmente all’interno di un ufficio giudiziario, il processo andrà avanti; forse Khan potrà anche essere appreso nuovamente, in un luogo in cui ciò sia consentito. L’anno scorso, Khan aveva subito un attentato. Benazir Bhutto, un’altra ex Primo Ministro, non fu altrettanto fortunata nel 2008.
È difficile non compiangere il Pakistan, la Terra dei Puri che tante illusioni ha visto svanire dopo la concessione dell’indipendenza da parte dell’Impero Britannico, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sotto la loro lunga amministrazione coloniale, gli inglesi avevano convinto i pakistani di essere la punta di lancia dell’Esercito anglo-indiano, le razze guerriere del Raj, in contrapposizione agli indù, dediti alla spiritualità e al commercio. Uno dei più forti argomenti degli oppositori della concessione dell’indipendenza all’India, come Sir Winston Churchill, era che i pakistani avrebbero preso, immediatamente e violentemente, il sopravvento sulla maggioranza indù, emarginandola o peggio.
Per la nuova Nazione fu perciò uno choc quando le guerre con l’India terminarono in sanguinosi pareggi o in vere e proprie sconfitte, come la secessione del Pakistan Orientale, attuale Bangladesh. Il Paese reagì abbarbicandosi tenacemente al mito delle sue Forze Armate che ne approfittarono per occupare un posto fondamentale nella costituzione materiale del Paese – o, per dirla in modo più prosaico, interferire pesantemente nella politica.
La seconda, pericolosa illusione del Pakistan, affine e legata alla prima, è la convinzione di essere l’erede dell’Impero Mughal, la Potenza islamica che regnò sull’India, originaria in realtà dell’Afghanistan e delle steppe asiatiche. Questo, oltre alla necessità di mantenere il controllo dell’irrequieta Frontiera di Nord Ovest, spiega gli stretti rapporti del Pakistan con i talebani afghani, mai veramente interrotti nemmeno dopo l’11 settembre 2001 – tanto che gli Stati Uniti, nell’operazione di rintraccio e omicidio di Osama bin Laden in Pakistan nel 2011, si guardarono bene dall’avvertire le Autorità locali, fino a rischiare che gli elicotteri delle loro Forze Speciali venissero abbattuti.
La terza illusione temo sia appunto questa, che l’ambiguo legame con gli Studenti afghani non abbia, prima o poi, conseguenze letali per un Paese già fragile. Anche perché non si tratta di un’alleanza di comodo, ma sentita, profonda e ideologica, con il Pakistan che si è consegnato a una versione dell’Islam tra le più estreme e conservatrici; di comodo, semmai, è l’alleanza con l’Occidente, oltretutto insidiata da uno storico asse con la Cina in funzione anti-indiana.
Un sobrio saluto.
Stan