Mia cara Berenice,
da qualche giorno rimbalza sulla stampa l’allarme della principale associazione di categoria delle imprese agricole italiane per la revisione del Regolamento europeo sugli imballaggi che vieterebbe buste dell’insalata, cestini di fragole e reti di arance, per effetto di un divieto sulle confezioni contenenti meno di un chilo e mezzo di frutta e verdura.
Il mio stupore è stato notevole, perché ricordavo bene come nei Carrefour di Bruxelles letteralmente qualunque cosa fosse venduta sotto forma di monoporzione confezionata.
Etiam, detta così, effettivamente la norma non avrebbe senso. In Italia, frutta e verdura si acquistano dal fruttivendolo, detto a Roma fruttarolo, o al supermercato. In entrambi i casi, la frutta o la verdura acquistata sfusa viene comunque avvolta in un sacchetto di plastica. Al supermercato, dove solitamente ci si serve da soli, si è inoltre obbligati a utilizzare un guanto di plastica – ti lascio immaginare quanto tutto ciò fosse agevole ai tempi della pandemia, quando era impensabile soffiare per divaricare i lembi di sacchetto o guanto. Quindi, dove sarebbe la riduzione dell’inquinamento? Per giunta, si rischia di indurre la clientela ad acquistare eventuali confezioni da un chilo e mezzo, con il rischio di sprecare cibo.
Da buon giurista, il primo cavillo che mi è venuto in mente è stato vendere l’insalata in buste con zip salvafreschezza, simili a quelle di certi biscotti o cereali: in questo modo, forse, non si sarebbe più rientrati nella fattispecie della busta monouso.
In tutto questo, solo oggi sono riuscito a mettere le mani sul briefing dell’Europarlamento europeo, in buona sostanza una relazione con cui si illustra la proposta di revisione. Dal testo risulta chiaramente che la nuova norma – ammesso che superi le forche caudine del complicatissimo iter legislativo europeo – si applicherà esclusivamente agli imballaggi in plastica (“plastic packaging” nel testo inglese).
Dici che mi sono accanito troppo sulla questione? Ebbene, nel celebre racconto “La lettera rubata” di Edgar Allan Poe una busta fa tremare le fondamenta della Francia; e dunque, “appena ebbi data un’occhiata a questa lettera, conclusi che era appunto quella che cercavo”.
Stan