Mia cara Berenice,
oggi il Segretario Generale delle Nazioni Unite, che sperò non si vorrà tacciare di bellicismo, ha dichiarato al giornale spagnolo El Pais: “Purtroppo, tra Russia e Ucraina non sono possibili al momento negoziati di pace: entrambe le parti sono convinte di poter vincere”. La frase non deve indurre al pessimismo, lo stesso Segretario Generale ha precisato: “Ho già detto che i negoziati di pace non avranno luogo al momento, ma spero che ci saranno in futuro. Si parlava di un’offensiva invernale russa e di una ucraina in primavera: è chiaro che entrambe le parti sono totalmente coinvolte nella guerra”.
Il riferimento all’offensiva invernale russa, sostanzialmente fallita, e a quella primaverile ucraina, che tarda ad arrivare e su cui Kiev e Londra sembrano mettere le mani avanti, è interessante. Giocate queste ultime due carte, le parti potrebbero, appunto, perdere la convinzione di poter vincere o almeno di poter conseguire una vittoria piena.
A quel punto, si potrebbe giungere a quei veri negoziati previsti dall’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger per fine anno o al congelamento del conflitto, sul modello della Siria, altro scacchiere in cui Mosca è pesantemente coinvolta. In Siria, il Governo ha riguadagnato molto terreno, ma a prezzo di una forte dipendenza da Russia, Iran e Hezbollah; soprattutto, restano in campo i gruppi ribelli, le autorità curde, Potenze stranieri ostili come Turchia e Stati Uniti, perfino al-Qaeda e lo Stato Islamico.
L’opzione del congelamento consentirebbe al Governo russo di non perdere la faccia, con le elezioni presidenziali in calendario per il marzo del 2024, né l’artificiale status di super-potenza tornata a opporsi alla NATO, senza contare le restrizioni che lo stato di guerra consente di applicare sul fronte interno, facendo piazza pulita della poca opposizione rimasta.
Una prospettiva che non deve mettere i brividi, sdoganata perfino per i cadaveri di familiari da “Metti la nonna in freezer” (Italia, 2018), con Miriam Leone e Fabio De Luigi.
Uno speranzoso saluto.
Stan