Mia cara Berenice,
sono nel mezzo di un periodo complicato, e non mi riferisco alla perifrastica in una subordinata di Cicerone.
I periodi complicati non devono spaventare, sono una semplice questione statistica. Una volta, credo di avertelo già raccontato, andai con due amici al casinò di Nova Gorica. Puntarono su due numeri, vinsero due volte di fila. Poco, ma nemmeno pochissimo. Talmente incredibile, quel filotto, che temevo saremmo stati fermati da due gorilla sloveni e accompagnati nel locale caldaie per essere interrogati dal Direttore, come in “Casinò” (USA, 1995).
Esattamente allo stesso modo, può succedere che si punti quindici volte sul rosso e quindici volte esca il nero.
In questo periodo, il Dipartimento è scosso dai flutti da una tumultuosa organizzazione, una pratica ulcerosa genera un’enorme dose di lavoro, trattative sindacali hanno sospeso temporaneamente l’erogazione di determinate voci accessorie del salario, un Direttore ronza intorno alla mia comoda stanza per appropriarsene. Il mio Bancomat funziona a singhiozzo; non è smagnetizzato, il problema è nei sistemi informatici della banca e sospetto c’entrino qualcosa gli attacchi di pirateria informatica russi. Ultimo ma non ultimo, sono stato convocato a quel famoso esame orale e la Commissione ha adottato alcune determinazioni che ne sovvertono vistosamente il programma.
In compenso, con uno scatto di reni ho chiuso la prima stesura e la revisione di “Steamlove”, inviando l’incipit al concorso letterario; un secondo incipit l’ho spedito a un bando per racconti brevi. Tornando a “Steamlove”, la revisione mi è stata insolitamente lieve, addirittura piacevole.
Scusa se è poco.
Stan