Mia cara Berenice,
affronto questo ultimo scampolo d’inverno assediato da nemici striscianti, subdoli, invisibili.
Il primo è il freddo, praticamente inavvertibile, anzi esplicitamente smentito da termometri e termostati, ma che pure striscia subdolo nelle case, nei nostri letti, sui nostri divani, nelle nostre ossa. Ci artiglia la spalla con la sua mano diaccia, facendoci trasalire. Ci distrae, ci suggestiona, ci ipnotizza, ci manipola con un cielo color cartone, quasi una scenografia alzata intorno alle nostre case, e colpisce.
Il secondo nemico, ben noto a chi lavora per la Corona, è la riorganizzazione. Il Ministro ne ha avviato una poderosa. Io, in servizio appena dal 2010, sono ormai alla terza: la prima fu al Governatorato a Venezia, la seconda al Ministero in concomitanza con il lancio del PNRR.
Le riorganizzazioni, calamità ciclica e ineluttabile, si somigliano tutte. Bloccano ogni attività amministrativa per mesi e diminuiscono il già scarso benessere organizzativo del personale. I dirigenti ballano, i funzionari temono trasferimenti, il personale non di ruolo addirittura di perdere il posto. Alla fine, qualche operatore della carriera esecutiva passa a cambiare le targhe sulle porte e, lentamente e faticosamente, si riparte.
Il terzo nemico è la vecchiaia, nemica di ogni sforzo fisico e mentale. Anche spostarsi in treno da Venezia a Roma diventa una seccatura: cambiano gli orari, la cucina, la logistica. Presto si diventa arcigni nemici di ogni cambiamento e accigliati censori.
Per fortuna, tu sei tanto giovane.
Stan