Mia cara Berenice,
quando il nostro cinema parrocchiale, su in Veneto, stentava a ripartire, per incoraggiare i colleghi del Consiglio Direttivo inviavo loro le foto dei teatri e dei cinema pieni a Roma. Quello che ora è in città, dicevo loro, arriverà anche in provincia. La bolla romana, la chiamavo.
Svaporata la pandemia, ho perso l’abitudine di acquistare i biglietti online, modalità che oltretutto spesso comporta l’applicazione di un sovrapprezzo. Bene, è il secondo fine settimana di fila che rischio di non vedere il film per aver trovato il tutto esaurito.
La settimana scorsa, mi sono spostato in fretta e furia da Trastevere a Campo de’ Fiori, dove il bigliettaio è riuscito a infilarmi in una delle prime file. Ieri, tutto sembrava perduto, quando sue simpatiche ragazze mi si sono accostate per offrirmi il biglietto di una loro amica perfuga.
Non so dirti fin dove si estendano gli iridescenti confini di questa bolla, probabilmente sono circoscritti al centro. Pure, essa dà speranza.
Un lieve saluto.
Stan