Mia cara Berenice,
ti ricordi quella lettera in cui ti parlavo dell’astro nascente Ana de Armas e di come, in “Knock Knock” (USA-Cile, 2015), il regista fosse riuscito nell’impresa titanica di privare di ogni sensualità sia lei, sia l’altrettanto avvenente Lorenza Izzo, in un thriller pieno di scene di sesso, violenza e bondage? Mi viene in mente anche “And Soon the Darkness” (USA-Argentina-Francia, 2010), con due pesi massimi come Amber Heard e Odette Yustman, continuamente spiattellate in abiti succinti e bikini: eppure, allure pari a zero.
La mente torna inevitabilmente a queste pellicole oggi, mentre guardo “Sunshine Cleaning” (USA, 2008), in cui Amy Adams ed Emily Blunt interpretano due spiantate sorelle che, per sopravvivere alla provincia americana, improvvisano un’impresa di pulizie specializzata nella bonifica di scene del crimine. Quanto di meno sensuale si possa immaginare, eppure la loro bellezza buca lo schermo, di pari passo con la maggior dignità del film rispetto ai due citati in precedenza – e probabilmente non è un caso.
Parliamo di due attrici notissime, ma forse posso comunque indicarti un paio di chicche impreziosite dal loro caramello salato.
Amy Adams compare in tre episodi della serie “The Office”, ambientata nella filiale di una società di produzione e vendita di carta americana. Nel primo episodio stordisce l’ufficio letteralmente con la sua sola presenza (“effortlessly”, direbbero gli americani), negli altri due diventa l’effimera fiamma del Direttore.
Ne “Il pescatore di sogni” (GB, 2011) è la zelante funzionaria incaricata dal Governo di Sua Maestà Britannica di compiacere un Emiro nella sua assurda chimera di introdurre la caccia al salmone nello Yemen. A tal uopo, arruola come consulente uno scienziato interpretato da Ewan McGregor che inizialmente deride con disprezzo il progetto, salvo poi cadere vittima del fascino di quella che la sua gelida moglie definisce, con altrettanto disprezzo, “un’impiegatuccia in minigonna” (“a short skirted office girl”).
Spero di averti stuzzicato l’appetito, nonostante i cenoni.
Stan
Rispondi