Mia cara Berenice,
le Venezie sono uscite direttamente da una saga fantasy. Ci sono i Monti, i Colli, i Piani, la Città sull’Acqua.
La mia famiglia vive sui Colli, da sempre. Non sono più gli stessi della mia infanzia, ora sono minutamente terrazzati e cesellati per incastonarvi i preziosissimi vigneti; ma sono sempre i Colli.
I miei amici vivono nei Piani. Alcuni ci sono nati, altri vi si sono trasferiti.
Ora che vivo a Roma, naturalmente, li vedo con rinnovato piacere, ma per me i Piani restano una terra estranea. L’orizzonte che si affaccia da ogni parte, l’assoluta mancanza di punti di riferimento, quella nebbiolina sottile e quel cielo latteo puntellato di campanili. Quei rettifili interminabili e ipnotici che, talvolta, corrono paralleli agli alti argini dei fiumi.
Una volta andai al compleanno di un amico oltre i Piani, sul Mare. Tornando a sera ormai inoltrata, il mondo fu ghermito dalla nebbia. Non so come arrivai a casa. So solo che, a un certo punto di quel mio peregrinare nel fumo e nello zolfo, spuntarono dal nulla le fauci di un ponte di ferro. Un cartello annunciava “Ponte privato soggetto a pedaggio” e un rattrappito Acheronte incassò, da una guardiola, il suo obolo.
Brividi.
Stan