Mia cara Berenice,

ti avevo già accennato al trambusto portato da “Avatar 2” in sale cinematografiche peraltro già ravvivate, almeno qui in Lazio, dallo sconto a tre euro offerto per vari giorni, a cavallo dell’ultimo fine settimana. Perfino il mio cinema d’essai a Trastevere, come ti dicevo, lo dava in 3D laser.

Che significa? Che gli occhiali usa e getta consegnati dalla maschera sono scuri, anziché avere le lenti di due colori diversi. Inoltre, togliendoli, il film si vede comunque benissimo.

Ad ogni modo, mi sono seduto con bassissime aspettative, non avendo un gran ricordo del primo Avatar e parendomi questo, dalla trama, quasi un rifacimento. Inoltre, non mi erano piaciute alcune roboanti dichiarazioni del regista.

Mi ero perciò già preparato la frase da usare, quando qualcuno mi avesse chiesto se mi era piaciuto il film. Avrei sollevato il monocolo all’altezza dell’occhio, arricciato il labbro superiore e risposto: “Visivamente, sì; cinematograficamente, no”. Ripensandoci ora, una buona chiosa sarebbe potuta essere: “E che Zoe Saldana mi perdoni”.

In realtà, il film non era così male, pur non giustificando l’applauso che ha percorso la sala. Viceversa, visivamente non mi ha sorpreso. Impeccabile sì, ma non tanto da causare attacchi epilettici come quel leggendario anime.

Un compunto saluto.

Stan