Mia cara Berenice,
ieri sera davano “Sesso & potere” (USA, 1997), co-sceneggiato da David Mamet, con Dustin Hoffmann, Robert De Niro, Anne Heche e Kirsten Dunst. Il titolo è una traduzione italiana particolarmente oscena dell’originale “Wag the Dog”, molto peggiore, a mio avviso, dell’abusato e citatissimo “Se mi lasci ti cancello” (USA, 2004), con Kate Winslet, Jim Carrey e di nuovo Kirsten Dunst, nell’originale “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”.
Peggiore perché usa la “e” commerciale e perché non ha nessuna attinenza alla trama, imperniata sulla manipolazione mediatica, mentre almeno “Se mi lasci ti cancello” va diritto al punto – senza contare che, personalmente, trovo “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” pomposo. Infine, “Sesso & potere” induce alla confusione con “Rivelazioni” (USA, 1994), con Michael Douglas e Demi Moore, nell’originale “Disclosure”, il cui sottotitolo italiano è “Sesso è potere”.
Basta, quindi, citare sempre lo splendido “Se mi lasci ti cancello” per il suo titolo in italiano, è ingiusto nei confronti della pellicola e di tante altre in cui la mala traduzione scorre molto più potente. Per non parlare dei titoli italiani che nascono brutti, senza bisogno dell’apporto di alcun traduttore. Scorrendo un paio di guide TV, leggo “Diversi come due gocce d’acqua”, “Incastrati”, “Una pallottola nel cuore” e, pur con tutto l’apprezzamento per Antonio Albanese, “Cetto c’è senzadubbiemente”.
Il Manzoni, citando i filosofi, scrisse “non essere i nomi se non puri purissimi accidenti”. Varrà anche per i titoli? Probabilmente no, altrimenti tanto sarebbe valso lasciare l’originario “Fermo e Lucia”.
Spero potremo rivedere presto, insieme, “Se mi lasci ti cancello”.
Nel frattempo, un saluto.
Stan
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