Mia cara Berenice,
mi dispiace che i balletti di Vienna stiano deludendo così cocentemente te e tua madre: se non andrete nemmeno a vedere “Lo schiaccianoci” sotto Natale, la situazione dev’essere davvero tragica.
La diagnosi della signorina Kohary in proposito è affascinante. Corpi di ballo infiltrati da giovani influencer uscite dai reality show: un tale cliché che si stenta a crederci.
Si può facilmente immaginare un giallo che esordisce nello stile più classico, con un’ambientazione nel Teatro dell’Opera di qualche grande capitale europea. La giovane prima ballerina-influencer viene assassinata sul palco. I sospetti si appuntano immediatamente sulla sua assistente, un’ex ballerina della vecchia scuola esasperata dai suoi capricci, costretta talvolta perfino a sostituirla in scena. Giorno dopo giorno dopo giorno, la vede sommersa di applausi e “Mi piace” sulle reti sociali, attenzioni del pubblico e della stampa, nonostante abbia una tecnica discutibile e un’espressione artistica addirittura inesistente; il tutto, senza un briciola dei sacrifici fatti da lei, l’assistente, in cambio di una rispettata e dignitosa oscurità.
I fanatici, urlanti follower e fan della giovanissima influencer morta escono dal loro bagno di dolore e autoannientamento ululanti e catramosi reclamando un capro espiatorio. Nonostante l’enorme pressione, la polizia e il magistrato non hanno elementi sufficienti per arrestare l’assistente, così, al termine di una maratona sfibrante di interrogatori, la pongono davanti a un aut aut: se non confessa e si addossa la colpa, la furibonda campagna di boicottaggio intrapresa dai follower finirà col far chiudere il Teatro. Il suo amato, storico Teatro.
L’assistente, lo sguardo abbassato sulle mani giunte come in preghiera tra le cosce, riflette se la sua esistenza votata all’impegno e al sacrificio sia destinata a trovare coronamento in quel modo, con la firma in calce a una confessione. Ripensa alla sua interpretazione giovanile di qualche personaggio offerto in sacrificio, potrebbe essere la fanciulla de “La sagra della primavera” di Stravinskij. Ecco, in un lampo di memoria, il momento culminante della scena e… dissolvenza. Titoli di coda. Finale aperto.
Che te ne pare? Io dico che sarebbe un discreto successo.
Un compiaciuto saluto.
Stan