Mia cara Berenice,
la presente va letta cantando. Lascio a te la scelta della melodia, ma ti consiglio “Porta Portese” di Claudio Baglioni.
È venerdì mattina e c’è sciopero dell’ATAC.
Prima del solito mi sono alzato e sono qua.
C’è pure la nebbiolina, sembra di stare in Veneto.
L’8 è già arrivato, anche stavolta il sindacato l’ho fregato.
Siamo a due fermate dal capolinea, ma è già stipato.
Dietro ce ne sono altri due, ma la gente non si fida, tutti accalcati sono qua.
A Viale di Trastevere si scorre più del solito, ieri sera l’ambulanza un intero senso di marcia aveva bloccato.
Con l’aiuto d’i ‘un garzone in grembiule, l’autista aveva fatto retromarcia e s’era immesso nella corsia del tram.
Un signore spiega che anche ai suoi tempi si scioperava, ma era tutto diverso; in cosa, non si sa.
Il lavoro agile è regressivo, il nuovo Ministro ha rassicurato, ma la gente non si fida, tutti accalcati sono qua.
Può essere umido e inquinato, ma quando scendi è sempre una boccata d’aria.
Tre scolaresche escono dalla mostra di van Gogh.
Mattinieri, non ho mai capito perché li mandino a scuola così presto.
Eh, perché i genitori devono andare a lavorare.
In via del Corso il marciapiede è un rigagnolo, devi saltellare qua e là.
Poliziotti in borghese e poliziotti in divisa..
Timbri, aspetti l’ascensore e chiedi per favore se puoi entrare, perché l’ha regola del Covid ancora c’è, o almeno ci sta il cartello appeso.
Un saluto zufolato.
Stan