Mia cara Berenice,
un tribunale di seconda istanza del Sudan ha annullato per vizi di procedura il processo al termine del quale una giovane donna era stata condannata alla lapidazione per adulterio. Questo significa che l’iter giudiziario andrà ripetuto e potrebbe sfociare nuovamente nella stessa sentenza.
Secondo Amnesty International, la lapidazione è ancora praticata o teoricamente prevista dalla legge in Afghanistan, Indonesia, Iran, Iraq, Malesia, Mali, Mauritania, Nigeria, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Somalia, Sudan, Emirati Arabi Uniti e Yemen. Il problema sarebbe particolarmente acuto in Somalia e Iran.
La lapidazione è tipicamente la pena conseguente all’adulterio. Appunto la lapidazione di un’adultera venne interrotta da Cristo, nel Nuovo Testamento, con le celebri parole: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Va precisato, tuttavia, che l’inclusione di questo passo nei testi sacri non ha impedito alla Chiesa Cattolica e ad altre denominazioni cristiane di applicare punizioni corporali e modalità di esecuzione analoghe.
Molti dei Paesi che puniscono l’adulterio con la lapidazione, oltretutto, hanno ratificato il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, il cui art. 6, par. 2 recita: “Nei Paesi che non aboliscono la pena di morte, la condanna a morte può essere pronunciata solo per i reati più gravi ai sensi del diritto vigente all’epoca della commissione del reato e sempre in conformità alle disposizioni del presente Patto e alla Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio. La condanna può essere eseguita solo a seguito di sentenza definitiva resa dal tribunale competente”.
In Iran, la lapidazione punisce anche i reati legati all’omosessualità. Secondo alcune fonti, peraltro, i vertici della Magistratura iraniana avrebbe proclamato una moratoria di questa modalità di esecuzione, non è chiaro fino a che punto rispettata dai tribunali periferici, spesso presieduti da giudici non adeguatamente formati e selezionati solo per il loro conservatorismo.
Un saluto.
Stan