Mia cara Berenice,
i Mondiali di Calcio in Qatar dovevano essere, posso presumere, un’operazione d’immagine, invece stanno scavando tra l’Occidente e il Golfo Persico un fossato sottile e impalpabile come la superficie di una bolla. Mondiali in cui i tifosi non possono bere birra, le tifose devono coprirsi l’ombelico, altri ancora non sono nemmeno tifosi, ma figuranti.
Il calcio di cartapesta, il calcio come mera coreografia, come nel film “Grido di libertà” (USA, 1987), quando le partite servivano a coprire i raduni clandestini contro l’apartheid, o come in “Fuga per la vittoria” (USA, 1981), quando erano uno strumento di propaganda nazista. Il concetto è stato ripreso, a fini pubblicitari, dal videogioco “Wolfenstein: The New Order” della Bethesda, ambientato in un universo in cui il Terzo Reich ha vinto la Seconda Guerra Mondiale. In una celebre clip pubblicitaria, in cui la colonna sonora di “House of the Rising Sun” diventa “Der Haus in Neu Berlin”, si vede una partita dei Mondiali in cui l’arbitro tedesco sanziona con un colpo di pistola il fallo ai danni di un connazionale.
Lo sport del calcio balilla, con i pupazzetti dei calciatori allineati come ballerine di fila sulla sbarra di metallo lucido. Ci ho giocato l’ultima volta quest’estate, sul costone di un monte, in Calabria. I pupazzetti mulinano come eliche, una mossa che, secondo alcuni, violerebbe regole non scritte.
Di più italiano e vintage del calcio balilla c’è solo una modella svedese. Astrid Ericsson gioca a calcio tennis, uno sport che, ad onta del nome, è un incrocio tra calcio e beach volley. È diventata famosa palleggiando in bikini.
Nella Stagione 2005-2006, uno dei peggiori scandali giudiziari del calcio italiano portò il Treviso Foot-Ball Club in Serie A, un baluginio tra la sabbia prima dell’inevitabile retrocessione. Ricordo ancora le camionette della Celere parcheggiate intorno allo Stadio “Omobono Tenni”, fino a quel momento noto alla cittadinanza soprattutto per il capiente parcheggio.
In occasione dei Mondiali in Brasile del 2014, la rivista di moda i-D ha realizzato un video in cui undici top model di varie nazioni interpretano succintamente le rispettive nazionali. Particolarmente efficace, a mio parere, l’interpretazione della brasiliana Caroline Trentini che bacia lo stemma sulla maglia e si raccomanda fervorosamente a Dio, come se dovesse affrontare la finale o tirare un rigore.
Un fischio.
Stan