Mia cara Berenice,
come da te anticipato, mi ha scritto la Baronessa Leonhardi, davvero atterrita e giù di corda come me la descrivevi.
L’ho rassicurata come potevo sul fatto che esperti di etichetta e protocollo sono ancora richiesti per il cerimoniale di Stato, ma anche nel settore privato, tutt’altro che alieno dall’organizzare eventi mondani anche fastosi.
Per sua nipote ho consigliato una versione riveduta e aggiornata del Grand Tour che includa, oltre a Firenze e Roma, anche Milano: potrà così unire l’utile al dilettevole.
A Roma sarò ovviamente lieto di farle da cicerone e introdurla negli ambienti ministeriali, anche se, nel settore governativo, le procedure di impiego sono tendenzialmente rigide e la cittadinanza straniera, ancorché europea, non aiuta.
Credo infatti debba concentrarsi inizialmente, più che sui Ministeri e sul parastato, sulla Santa Sede e gli Ordini religiosi e cavallereschi, dove le sue mansioni potrebbero essere più richieste nell’immediato. A medio termine, sono peraltro assolutamente convinto che finirà con l’essere richiesta anche dal Governo. L’Italia ha sempre qualcosa da farsi perdonare, nei rapporti con Bruxelles, con le Potenze straniere o con i potentati in genere. Basti pensare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: presto inizieranno a succedersi ispezioni, visite e audit, e il modo più efficace di accogliere gli ispettori sarà quello più impeccabile.
Mi vengono in mente anche i numerosi eventi da remoto o ibridi lasciatici in eredità dalla pandemia. Anch’essi hanno un cerimoniale, complesso immaginifico e per molti versi inesplorato, di inquadrature, colori, loghi, animazioni, forme, volumi. Ecco, se la baronessina Leonhardi riuscisse ad aggiornare la notevolissima esperienza e lo studio teorico accumulati tra Vienna, Berlino e Londra, sono certo che in breve tempo diventerà una professionista quotatissima, una vera regina di Roma o della capitale da lei preferita.
Sì, sarà una novella Contessa di Montecristo che, tornata a Vienna, potrà rimirare con cipiglio altero la contessina von Tollet, autrice – mi è parso di capire – del boicottaggio della sua assunzione come avventizia nello staff del Gran Ciambellano. Le dirà con sussiego: “Carissima, devo ringraziarti. Qui a Vienna sarei appassita. Proprio come il tuo incarnato”.
Un contegnoso saluto.
Stan