Giallo

Mia cara Berenice,

mi dispiace che il tuo fine settimana sia stato così sconvolgente. Sei davvero certa, assolutamente certa, che quello sul cammeo della Contessina von Althan fosse un simbolo neofascista? L’esegesi è un processo insidioso per i testi, figuriamoci per le venature della pietra…

Saresti stata molto più tranquilla e a tuo agio con me, ho visitato un castello medievale, schiettamente medievale, così medievale da sembrare uscito da un fumetto; lo pioggerellina fina e le nuvole basse, oltretutto, lo armonizzavano perfettamente con l’ambiente. Il Marchese girava per le stanze del piano nobile, cosparse di foto d’epoca, diplomi della Nobile Guardia, annuari della nobiltà e manoscritti. Ha cacciato un paio di bambini che avevano occupato il trono riservato al Papa, installato dai suoi avi nella loro qualità di Marchesi di baldacchino. Nel cortile interno, ai piedi della torre, un altro suo avo aveva inchiodato con una schioppettata il cuoco: ufficialmente per errore, sparava per salutare la Marchesa di ritorno.

Eppure, non è di questo che voglio parlarti. Come ti scrissi nella mia ultima, sabato il meteo, che in Veneto definiremmo “mulo”, mi aveva mandato lungo disteso sul divano, in un dormiveglia stuporoso. Là, come Quasimodo, sono stato trafitto da un raggio di sole. Alzando lo sguardo dai cuscini, mi sono reso conto che l’astro era in realtà il poster di “Kill Bill: Volume 1” (USA, 2003) appeso sopra il divano, di un giallo violento sul biancore del muro, Uma Thurman con la tuta gialla di Bruce Lee su sfondo giallo, uno zabaione concentrato di quelli che ti servivano una volta le nonne di campagna.

L’ho comprato su Amazon, quel poster, senza avere praticamente scelta perché era disponibile solo quel modello e pochissimi altri: “Kill Bill”, “Il padrino”, “Guerre stellari”, ovunque l’algoritmo mi conducesse il risultato non cambiava. Non ho nulla contro Tarantino o questo film in particolare, ma ho aggiunto comunque un punto ulteriore sul mio cahier de doléances contro gli acquisti online. Possibile che, nella teorica illimitata possibilità di scelta della Rete, venissero proposti sempre gli stessi poster?

Certo, il conformismo è una forza potentissima a cui il commercio, spesso avverso ai rischi, non sfugge. Quante volte ho constatato, esterrefatto e riverente, il potere delle mode. Al liceo, improvvisamente, sul retro dei pantaloni di tutte le ragazze, anche le più pudiche e di buona famiglia, comparve un elastico lento, progettato da qualche cabala parigina per lasciar intravedere l’orlo superiore delle mutandine. L’assistentato universitario, poi… un anno, l’intera accademia non parlava che del Tribunale Penale Internazionale, l’anno successivo sulla bocca di tutti c’era solo l’immunità sovrana.

Ora, eccomi circonfuso di nuovo di luce, ammonito sulla via di Damasco, per l’ultima volta, a pentirmi e scrivere, una volta buona, un post contro la cultura della competitività e del successo a tutti i costi, possibilmente appoggiandomi all’autorità di qualche scrittore o filosofo.

Ricorda, mia cara: l’essenziale è invisibile agli occhi.

Stan

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...