Mia cara Berenice,
“incel” è, tanto per cambiare, un acronimo inglese di derivazione americana. Sta per “Involuntary Celibate” e si riferisce a una sottocultura di maschi single violentemente misogini, diffusa – come puoi immaginare – soprattutto sulla Rete.
Pur sapendo dell’esistenza del mondo incel, non ne avevo mai colto uno scorcio, se non oggi, per puro caso, come quando uno passeggia a Roma e intravede un fontanone antico.
Avevo condiviso con un amico un meme facente riferimento a un sito dalla vaga aria complottista; fu lui a percepirne l’aura, inducendomi ad approfondire.
Il resto puoi immaginarlo: un misto di reazione, rabbia, frustrazione con paludamenti pseudo-scientifici. La cosa triste è che l’autore del sito scriveva in un italiano impeccabile, nettamente superiore alla media corrente. La buona notizia, dall’altra parte, è che i commenti agli articoli erano più argomentati e bilanciati di quanto fosse lecito attendersi.
Comunque, ora mi sto ricreando con un film di Eddie Murphy.
Un sollevato saluto.
Stan