Mia cara Berenice,
il processo a Santa Giovanna d’Arco, tenutosi in un tribunale ecclesiastico nella Francia filoinglese, fu complicato. La Pulzella d’Orléans, infatti, benché analfabeta aveva innate capacità non solo militari, ma anche giuridico-canoniche.
L’accusa schierò Pierre Cauchon, Vescovo di Beauvais e di Lisieux, anglofilo fidato e fine giurista.
Cauchon avrebbe chiesto a Giovanna se ritenesse di essere in grazia di Dio. Se l’imputata avesse risposto di sì, avrebbe commesso un grave peccato di superbia; se avesse risposto di no, sarebbe stata praticamente rea confessa.
Giovanna d’Arco avrebbe disarmato il chierico rispondendo: “Se non ci sono, Dio voglia mettermici; se ci sono, Dio voglia mantenermici”.
Forse fu lo Spirito Santo a farla parlare… o forse Couchon non era all’altezza dello steward della Fiera di Roma di stamattina.
Eravamo in fila tra i padiglioni, in attesa di essere introdotti allo scritto di un concorso da dirigente delle Dogane.
Una hostess aveva raccolto le nostre autodichiarazioni Covid, uno steward ci aveva stretto al polso i braccialetti con il codice QR… ed ecco che una candidata vorrebbe andare in bagno.
L’istanza è di competenza di uno steward più anziano, calvo e massiccio, assiso tra le due file come il Napoleone manzoniano tra i due secoli.
“Posso andare in bagno?”
“Se lo chiede a me, devo dirle di no”.
La donna accenna una protesta, ma l’omone la interrompe e ripete, scandendo: “Signora, se lo chiede a me, devo dirle di no”.
La candidata capisce e va in bagno di sua iniziativa.
La supremazia assoluta della tradizione romano-canonica italica è confermata.
Un commosso saluto.
Stan